2016-10-26 12:56:00

Monte Tabor, mons. Marcuzzo: vandali estranei a nostri valori


Una preghiera di riparazione e un nuovo atto di consacrazione: così la comunità cristiana di Gerusalemme sta pensando di rispondere al grave atto di vandalismo che domenica scorsa ha danneggiato la basilica della Trasfigurazione sul monte Tabor. Calici, icone, arredi, gli assalitori “hanno violato ogni cosa ritenevano fosse preziosa, eppure il sentire comune e i valori della Terra Santa sono altri”. Così al microfono di Gabriella Ceraso, il vicario patriarcale di Gerusalemme mons Giacinto-Boulos Marcuzzo. Ascoltiamo la sua testimonianza:

R. – La profanazione del Santissimo Sacramento, di un luogo sacro, è grave di per sé. Quello che in un certo senso rende più leggera la cosa è il fatto che non volevano fare un atto di profanazione, piuttosto rubare semplicemente, per la droga. Naturalmente, abbiamo fatto lo stesso un atto di espiazione perché si tratta delle Sacre Ostie gettate per terra, si tratta della statua della Madonna che è stata gettata nel giardino fuori, quando hanno visto che non era niente di prezioso.

D. - Altri episodi però ci sono stati in Terra Santa…

R. – Sì, ma questa è un’altra questione.

D. – Si pensa, lei dice, a compiere un atto ufficiale di riparazione nelle prossime settimane… Si  può in qualche modo ribadire l’amore per questo luogo?

R. – Sì,  vogliamo dare proprio una testimonianza di amore e di attaccamento. Tutti, naturalmente, sono informati, soprattutto i pellegrini, quelli che in questo momento si trovano in Galilea, anche loro contribuiscono a dare una testimonianza di amore di questo luogo santo.

D. – Il senso del sacro, del divino, che questi luoghi comunicano e tramandano, è condiviso fra cristiani, ebrei e musulmani?

R. – Sì. In generale, nel Medio Oriente un’immagine, un luogo, un simbolo ritenuto sacro dai cristiani viene rispettato dai musulmani, dagli ebrei, da tutti e altrettanto quello che i musulmani ritengono sacro noi o rispettiamo e così gli ebrei eccetera . C'è questo mutuo rispetto per tutte le cose religiose. Questa è una cosa bella, è assolutamente il contrario di quello che sta facendo Daesh o il famoso Isis che non rispetta la mentalità musulmana, persino quella popolare, della vita quotidiana. In generale questo rispetto per tutto quello che è sacro degli altri, anche le feste, qui non si tocca. Ed è per questo che questo atto è un po’ qualcosa fuori dalla mentalità e ci fa capire meglio ancora chi potrebbero essere i fautori di questo atto.

D.  – Molto probabilmente più a livello popolare, di sentire comune, c’è questa sensazione di rispetto reciproco e anche di possibilità di condivisione, cosa che a volte a livello di politica e di autorità non funziona portando allo scontro. Penso ultimamente alla spianata delle moschee e alla relativa decisione dell’Unesco…

D. – Quando la politica si mescola alla religione oppure prende l’aspetto religioso per i suoi interessi, questa è tutta un’altra questione, ma bisogna assolutamente distinguere le due cose. A proposito: i pellegrini - che non c’entrano in queste storie un po’ negative! - sono sempre i benvenuti e sono sempre rispettati. Venite pure a venerare e a trarre la migliore spiritualità cristiana dai luoghi santi. Siano benvenuti  tutti i pellegrini!








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