2016-10-27 12:56:00

Cittaducale: oltre mille opere salvate dopo il sisma di Amatrice


Le scosse di ieri hanno causato nuovi crolli nel Centro Italia, come quello della Chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, dell’importante Abbazia di Sant’Eutizio a Preci, in Umbria, o del campanile di Santa Maria in Via a Camerino, nelle Marche. E proprio poche ore prima del sisma, il Ministero ha aperto eccezionalmente alla stampa il deposito reatino di Cittaducale, la cui stabilità è stata verificata questa notte. Qui sono conservate le oltre 1.300 opere laziali, salvate dopo il sisma del 24 agosto. Il servizio di Eugenio Murrali:

Era un capannone per gli automezzi del Corpo Forestale dello Stato, oggi contiene, catalogate e imballate, tutte le opere che è stato possibile salvare fino a ora dal terremoto di agosto. Il ministro Dario Franceschini ha visitato il deposito di Cittaducale e ha ribadito che, con un decreto, è stata istituita una sovrintendenza speciale per l’area colpita dal sisma e particolari misure sono previste per il patrimonio ecclesiastico, che poi ha subito, anche con le scosse di ieri, i danni maggiori:

Ci sarà un tavolo con i rappresentati delle diverse diocesi anche per identificare le priorità di ricostruzione. Le chiese sono talmente tante che richiederanno anni per la loro rimessa in sicurezza e riapertura. Quindi insieme alla Chiesa individueremo da quale partire, al fine di rioffrirle come edifici di culto. In secondo luogo abbiamo approvato una norma importante che estende l’art bonus, il vantaggio fiscale, dal patrimonio pubblico ai beni ecclesiastici; quindi se si farà una donazione per intervenire su una chiesa si otterrà un beneficio fiscale del 65%".

Sulla ricchezza del territorio e sul valore, anche spirituale, delle opere, ha parlato mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti:

"Questa espressione artistica è espressione di una religiosità molto stratificata. L’una e l’altra cosa, l’arte e la fede, a me sembrano due cifre per interpretare il territorio che al momento è marginale, ma che invece avrebbe molto da dire e dare al nostro Paese.

Il segretario regionale per i beni culturali, Daniela Porro, ha illustrato alcuni degli interventi più importanti:

"Stiamo per avviare l’intervento di messa in sicurezza della  Torre civica di Amatrice, che è un po’ il simbolo del sisma, quella dove c’è l’orologio con le lancette ferme alle 3.36 del 24 agosto. Amatrice è soprannominata la 'Città delle cento chiese'. È cominciata la messa in sicurezza insieme ai Vigili del fuoco della chiesa di Sant’Agostino. Tra l’altro abbiamo recuperato molti degli archivi parrocchiali".

Era anche previsto un recupero di opere nella chiesa di San Francesco ad Amatrice. Al momento, però, dopo gli eventi sismici di ieri sera, tutto è bloccato. I Vigili del Fuoco, per ragioni di sicurezza, hanno vietato l’accesso di tecnici del Ministero all’area rossa fino a lunedì. Bisognerà procedere a nuove schedature e talvolta rischedare edifici già valutati. Al Ministero dei Beni Culturali, afferma il capo dell’Unità di Crisi Nazionale, il prefetto Fabio Carapezza Guttuso, stanno arrivando decine di segnalazioni.
I numerosi salvataggi, compiuti in questi due mesi, sono stati possibili soprattutto grazie all’impegno di forze specializzate. Le stesse attive in queste ore.
Il maggiore Luigi Spadari, del nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, ha raccontato come, nelle scorse settimane, siano riusciti a estrarre dalle macerie una tela nella Chiesa dell’Assunzione a Cossito, frazione di Amatrice:

"La Chiesa era rasa al suolo. C’era questa Madonna su una parete, bloccata da una trave. Vedete lì cè il foro. C’erano tante macerie, un pezzo di muro rimasto in piedi.  Abbiamo chiamato la squadra dei vigili del fuoco che con la sega elettrica hanno tagliato la trave, abbiamo preso la Madonna e l’abbiamo portata via, anche se non era un intervento programmato, perché se avessimo aspettato altri due giorni probabilmente non avremmo trovato niente, sarebbe stata distrutta".

A Cittaducale sono custoditi anche frammenti degli affreschi di due santuari medievali, oggetto di grande devozione, quello della Filetta e quello dell’Icona Passatora, come spiega Gisella Capponi, la Direttrice dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, impegnato sul campo insieme all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze:

"Siamo intervenuti nel raccogliere i frammenti, che erano di gran lunga maggiori, purtroppo, di quelli della chiesa della Filetta. Adesso sono stati tutti ricoverati qui all’interno di questo deposito, che poi avrà a breve una parte di laboratorio di restauro".

Bisogna sperare che le scosse di ieri non abbiano aggravato la situazione.Ma tornando al lavoro già compiuto fino adesso, il successo nel recupero di beni mobili e immobili poggia anche sull’attaccamento della popolazione al proprio territorio, un attaccamento profondo come lo descrive la storica dell’Arte Alessandra Acconci, funzionaria del Ministero che partecipa alle operazioni di messa in sicurezza:

"Hanno una cura per il loro patrimonio, un’attenzione e delle forme di devozione – parliamo di piccoli villaggi di montagna – dove la chiesa è affidata alla signora Adele, al signor Luigi, che hanno le chiavi, che guardano quello che facciamo, che vengono a vedere cosa portiamo via, che si informano, che stanno lì e trepidano per noi e per  i loro beni".

Il Corpo Forestale, sottolinea il Comandante Umberto D’Autilia,  accoglie con senso di responsabilità le opere, e questa vicinanza alle zone colpite dal sisma è una rassicurazione per gli abitanti di Amatrice, di Accumoli e delle frazioni.
Non ci sono ancora dati precisi sui costi e sui tempi di ricostruzione, soprattutto dopo le ultime scosse. Presto arriveranno 10 milioni di euro, ma ne serviranno decine per restaurare tutto. Probabilmente il lavoro sulle tele e gli altri beni terminerà prima della ricostruzione delle chiese e le opere resteranno a lungo nel deposito, che il Ministro vuole dedicare all’ex direttrice del Museo Civico “Cola di Amatrice”, Floriana Svizzeretto, morta sotto le macerie.
Per le opere dell’Umbria è invece attivo il deposito del Sacro Chiodo a Spoleto, mentre le Marche mettono al sicuro i loro beni nel deposito nel Forte Malatesta di Ascoli Piceno.








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