2016-10-27 15:00:00

Filippine: no dei vescovi alla legalizzazione dei matrimoni gay


Anche nelle Filippine la legalizzazione dei matrimoni omosessuali entra nel dibattito politico. Ai primi di ottobre il presidente della Camera dei Rappresentanti Pantaleon Alvarez ha annunciato l’intenzione di presentare un progetto di legge in tal senso  per garantire - ha detto – il rispetto della dignità e dei diritti costituzionali delle persone omosessuali. Secondo il leader politico, vicino al Presidente Rodrigo Duterte,  il provvedimento allo studio riguarderà innanzitutto le unioni civili e disciplinerà i diritti patrimoniali delle coppie dello stesso sesso.
 
Le obiezioni dei vescovi
Alle critiche di diversi parlamentari, in queste settimane si sono aggiunte le obiezioni dei vescovi filippini, i quali hanno ribadito che i matrimoni omosessuali sono contrari alla legge divina,  ma anche  a  quella naturale. In questo senso si è espresso mons. Honesto Ongtioco, vescovo dio Cubao. “Agli occhi di Dio una coppia sposata è composta da un uomo e da una donna”,  ha dichiarato, da parte sua, l’arcivescovo  Ramon Arguelles, citato dall’agenzia Eglises d’Asie  (EdA).

In programma la creazione di un ministero sulla famiglia in ogni diocesi
Il mese scorso la Conferenza episcopale filippina (Cbcp) ha intanto annunciato l’intenzione di creare un ministero pastorale specifico in ogni diocesi filippina per aiutare i fedeli a comprendere la posizione della Chiesa sull’omosessualità. L’obiettivo -  ha spiegato mons. Gilbert  Garcera, presidente della Commissione episcopale per la famiglia e la vita - è anche di spiegare ai fedeli la dottrina della Chiesa sul matrimonio alla luce dell’esortazione post-sinodale di Papa Francesco Amoris laetitia.

 
La lettera pastorale del 2015 sui matrimoni omosessuali
Già nel 2015  l’episcopato filippino aveva pubblicato una lettera pastorale sulla legalizzazione delle unioni omosessuali, esortando  i leader politici ad “opporsi con chiarezza e pubblicamente” ad ogni progetto legislativo orientato in questo senso. Intitolato “Una risposta pastorale all’accettazione degli stili di vita omosessuali e alla legalizzazione  delle unioni omosessuali”,  il documento ricordava i fondamenti antropologi e biblici del matrimonio eterosessuale , ovverosia  “la complementarietà sessuale” tra uomo e donna “uguali nella dignità, ma allo stesso tempo diversi e non interscambiabili” e la capacità di procreare. La lettera si soffermava  quindi sulla natura dell’omosessualità secondo il Magistero della Chiesa, ricordando la distinzione tra orientamento omosessuale, che di per sé non è un peccato, e gli atti omosessuali che “anche se espressione di un amore genuino tra due persone dello stesso sesso”, sono “contrari alla legge naturale” e un “grave peccato contro la castità”. Di qui l’esortazione a tutti i fedeli cattolici ad opporsi a leggi profondamente ingiuste, quali quelle che in diversi Paesi equiparano le unioni omosessuali a matrimonio .
 
Il Presidente Duterte favorevole ai matrimoni omosessuali
Da ricordare che prima di essere eletto Presidente, Rodrigo Duterte, è  stato il primo sindaco filippino ad avere firmato nel 2012 un un’ordinanza anti-discriminazioni a favore delle minoranze nella città di Davao, tra le quali la comunità Lgbt e che durante la campagna elettorale si era pronunciato a favore del matrimonio omosessuale e contro la legalizzazione del divorzio nelle Filippine.  (A cura di Lisa Zengarini)








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