2016-10-28 06:47:00

Premio Sakharov a due yazide sfuggite all'Is dopo ripetuti abusi


Il Parlamento europeo ha assegnato il premio Sakharov 2016 a due donne yazidi, sfuggite alla schiavitù sessuale imposta loro dai jihadisti del sedicente Stato Islamico (Is) in Iraq. La massima onorificenza dell’Unione europea (Ue) in tema di diritti umani - riferisce l'agenzia AsiaNews - va a Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar, in rappresentanza delle migliaia di giovani (anche minorenni) e di donne yazide, vittime di abusi sessuali e ridotte in condizioni di schiavitù dall’estate del 2014.

Le due donne si battono a livello internazionale per i diritti della comunità yazida
Il popolo yazidi, una minoranza etnico-religiosa nel Paese arabo, è fra quelli che hanno subito in maggior misura i crimini delle milizie estremiste sunnite di Daesh, equiparabili secondo alcuni attivisti a un vero e proprio “genocidio”. Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar sono entrambe riuscite a sopravvivere e ora si battono a livello internazionale per i diritti della comunità. Guy Verhofstadt, parlamentare Ue, definisce le vincitrici “donne fonte di ispirazione” perché hanno mostrato “un coraggio e una umanità incredibili” a fronte di “brutalità inenarrabili”. “Sono orgoglioso - ha aggiunto - che il premio Sakharov 2016 sia assegnato a loro”. 

Le due donne hanno subito stupri e torture dall'Is
Murad è stata sequestrata dal suo villaggio natale di Kocho, vicino a Sinjar, e trasferita a Mosul. Nella capitale del “Califfato” ha subito ripetuti stupri e torture. La donna è riuscita a fuggire, ma ha perso sei fratelli e la madre durante le concitate fasi dell’assalto jihadista al monte Sinjar. Bashar, anche lei originaria di Kocho, ha tentato a più riprese di fuggire dalle mani dei suoi aguzzini durante i 20 mesi di prigionia. Aveva solo 16 anni quando è finita nelle mani dell'Is. 

Il premio è il più importante riconoscimento europeo per i diritti umani
Il premio Sakharov - del valore di 50mila euro - è considerato il più importante riconoscimento europeo per i diritti umani, l’equivalente europeo del Nobel per la pace. Creato in onore dello scienziato e dissidente sovietico Andrei Sakharov, in passato è stato conferito a personalità come Nelson Mandela, Aung San Suu Kyi e, nel 2013, all’attivista pakistana Malala Yousafzai.

Lo scorso anno il premio al blogger saudita Raif Badawi ancora in carcere
Lo scorso anno il riconoscimento è andato al blogger saudita Raif Badawi, in carcere per aver “insultato l’islam” in rete. Egli deve scontare una condanna a 10 anni di carcere e 1000 frustate, oltre a una multa di 193mila euro. In occasione dell’annuncio del premio, Martin Schulz, presidente dell’Assemblea, aveva lanciato - invano - un appello per la liberazione dell’uomo. (R.P.)








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