2016-11-02 14:00:00

Venezuela. Mons. Celli: Santa Sede fondamentale per avvio dialogo


In Venezuela è partito il dialogo tra governo e opposizione alla presenza dell’inviato di Papa Francesco, mons. Claudio Maria Celli, e di una delegazione internazionale. Domenica sera si è svolto a Caracas il primo incontro per risolvere la gravissima crisi istituzionale ed economica che ha colpito il Paese, con l’opposizione che ha promosso un referendum per la destituzione del presidente Maduro, ma che le autorità hanno sospeso. Per il Papa l’unica soluzione è il dialogo. Jean-Charles Putzolu ha chiesto a mons. Celli se ne sono convinti anche i politici venezuelani:

R. – Tutti sono convinti che il dialogo sia l’unico cammino da percorrere. Perché poi, in determinate situazioni, se non c’è il dialogo c’è la violenza e nessuno vuole che ci sia una presenza di violenza ulteriore nel Paese. E quindi, direi che si è deciso di aprire quattro tavole di tematiche per le situazioni difficili che dobbiamo risolvere. Quindi direi che questo è stato un primo passo, secondo me fondamentale.

D. – Che già sta dando frutti, perché abbiamo visto che l’opposizione ha deciso di posticipare un voto contro il presidente …

R. - … sì, esattamente: il presidente ha liberato alcuni prigionieri politici. E io credo che questo cammino veramente difficile e complesso abbia bisogno di segnali da entrambe le parti, di segnali positivi che esprimono la buona volontà di andare avanti e di costruire un cammino di dialogo. Infatti, poi, nel mio discorso ho invitato a disarmare il dialogo, perché alle volte anche nelle espressioni, nelle formulazioni, c’era un linguaggio molto pesante nei confronti gli uni degli altri, e quindi questo dev’essere pian piano sempre più sottolineato e aiutato. Infatti, l’11 novembre, se tutto va bene e se rimangono in vigore gli accordi raggiunti, dovremmo avere un altro incontro tra le delegazioni governative e dell’opposizione. E saranno sempre presenti i quattro ex-presidenti che accompagnano questo processo e il sottoscritto.

D. – Quindi, lei tornerà in Venezuela tra poco. Quando è arrivato lì ha parlato di disarmare il dialogo, cioè ha trovato le persone proprio – mi scusi l’espressione – "con i fucili puntati" …

R. – Bè, materialmente no, ma la situazione è molto forte, è molto dura, difficile. Io posso dire una cosa, perché questa era la consapevolezza comune e la stessa opposizione me l’ha ripetuto varie volte: “Noi siamo qui unicamente perché c’è lei!”, e cioè: il ruolo che gioca la figura di Papa Francesco in questo contesto è fondamentale. Gli stessi quattro ex-presidenti, hanno tutti e quattro sottolineato che se non ci fosse stata la Santa Sede in questo cammino e con la sua presenza, bè, questo cammino non sarebbe neanche iniziato. Questo lo posso dire con molta serenità. Lei pensi che lo stesso ex primo ministro Zapatero, spagnolo, di cui tutti conosciamo il percorso e la storia, ha riconosciuto ufficialmente, in pubblico, che tutto questo si deve alla presenza di Papa Francesco e quindi alla presenza della Santa Sede che accompagna questo processo di dialogo.








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