2016-11-03 11:17:00

Auza: diritto alla vita e libertà religiosa calpestati nel mondo


Tutte le persone nascono con pari dignità e con il fondamentale diritto alla vita. Un diritto che dovrebbe essere accolto e tutelato in tutte le sue fasi, dal concepimento fino alla morte naturale. E’ quanto ha affermato mons. Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite intervenendo alla 71.ma sessione dell’Assemblea generale dell’Onu incentrata sul tema della promozione e della protezione dei diritti umani. Tale diritto – ha aggiunto – continua però ad essere ignorato e sminuito. La libertà di religione – ha poi spiegato mons. Auza – continua ad essere calpestata in molti Paesi.

Il diritto alla vita sia una priorità
Il diritto alla vita dei nascituri, dei migranti, delle vittime di conflitti, dei poveri degli anziani e di quanti rischiano la pena di morte continua ad essere ignorato. Continua ad essere dibattuto – ha osservato il presule - ma non viene considerato una priorità. Gli Stati – ha aggiunto – affrontino “la sistemica privazione del diritto alla vita” garantendo alloggi e standard adeguati a quanti, a causa della povertà, vivono in condizioni di indigenza.

Cresce il consenso globale contro la pena di morte
Un passo in avanti per la protezione della vita è legato – ha poi ricordato mons. Auza - al crescente consenso, a livello globale, per l’eliminazione della pena di morte. Tale condanna – ha detto il presule ricordando le parole di Papa Francesco – “contraddice il piano di Dio” ed è un’offesa all’inviolabilità della vita e alla dignità della persona umana. La pena di morte non rende giustizia ma alimenta la vendetta.

Libertà di pensiero e di religione
La comprensione integrale dei diritti e della dignità umana richiede anche il riconoscimento dei diritti sociali, culturali, politici e spirituali di tutte le persone. Un elemento costitutivo di questo diritto consiste nella libertà di pensiero, di coscienza e di religione come sancito dall’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Deve essere garantita anche” la libertà di cambiare religione o credo”.

Libertà di religione calpestata in molte regioni del mondo
Le persone – ha osservato mons. Auza – continuano ad essere perseguitate, imprigionate e a volte uccise esclusivamente per il loro credo religioso. Le stesse comunità religiose – ha detto infine l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu - non sono immuni alla tentazione di violare la libertà di religione e di credo degli altri. Interpretazioni intolleranti verso certi credi religiosi sono sfociate in molte persecuzioni. La religione – ha concluso il presule - diventa una “fonte di discriminazione” quando viene usata e abusata per definire l'identità e l’unità nazionale. (A cura di Amedeo Lomonaco)








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