2016-11-05 19:12:00

Liberati i due tecnici italiani rapiti in Libia. Non erano in mano ai jihadisti


Sono stati liberati e si trovano ora in Italia Danilo Calonego e Bruno Cacace, i due tecnici italiani rapiti in Libia lo scorso 19 settembre insieme a un cittadino canadese. A liberarli un blitz, probabilmente delle forze di sicurezza del Consiglio presidenziale libico. I rapitori erano criminali comuni e non jihadisti. Sollievo e soddisfazione per la liberazione dei due tecnici è stata manifestata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ringraziato tutte le istituzioni coinvolte nella vicenda. Il servizio di Michele Raviart:

 

Sarebbero stati sequestrati per errore Danilo Calonego, 66 anni di Belluno e Bruno Cacace, 56 anni di Cuneo, rapiti insieme al canadese Frank Poccia a Ghat, al confine con l’Algeria. Il giorno del rapimento era prevista la consegna finale dei lavori all’aeroporto della città, commissionati alla ditta italiana in cui lavoravano i tre tecnici. Nell’auto in cui viaggiavano avrebbe dovuto trovarsi insieme a loro un manager libico, con in tasca il pagamento dell’ultima parte dei lavori. I criminali li avrebbero fermati e non trovando né l’uomo né i soldi avrebbero deciso di rapire i tre. Seconda questa ricostruzione, fornita dai tecnici liberati alla procura di Roma in un’audizione durata sette ore, non si sarebbe trattato di terroristici islamici, ma di comuni criminali,“perché non pregavano e non seguivano i dettami dell’Islam riguardo alcol e alimentazione”. Gli ostaggi, che non hanno subito violenze e ricevevano cibo regolarmente, sono stati liberati in un’operazione di cui non si conoscono i dettagli anche se fonti di intelligence di alto livello parlano del coinvolgimento di forze di sicurezza del governo libico, mentre non sono state confermate le voci che parlano di una richiesta di riscatto di 4 milioni di euro.








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