2016-11-09 11:18:00

Parolin: auguri al presidente Trump, possa lavorare per la pace nel mondo


Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin fa gli auguri al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, uscito vittorioso nel confronto con Hillary Clinton. Stamattina verso le 8 i risultati definitivi. Il porporato è stato interpellato dai giornalisti a margine dell'inaugurazione dell'Anno accademico della Pontificia Università Lateranense. Ascoltiamolo ai microfoni della Radio Vaticana:

R. - Prima di tutto prendiamo nota con rispetto della volontà espressa dal popolo americano con questo esercizio di democrazia, che mi dicono sia stato caratterizzato anche da una grande affluenza alle urne. E poi facciamo gli auguri al nuovo Presidente perché il suo governo possa essere davvero, fruttuoso e assicuriamo anche la nostra preghiera perché il Signore lo illumini e lo sostenga al servizio della sua patria, naturalmente, ma anche a servizio del benessere e della pace nel mondo. Credo che oggi c’è bisogno di lavorare tutti per cambiare la situazione mondiale, che è una situazione di grave lacerazione, di grave conflitto.

D. - In passato è noto che il Papa fece un commento: “Chi costruisce muri non è cristiano…” … Poi ci fu un chiarimento, però diciamo che sul tema delle immigrazioni …

R. - Vedremo come si muove il Presidente. Normalmente dicono: altro è essere candidato, altro è essere Presidente, avere una responsabilità. E mi pare che in questo senso, anche da quello che ho sentito, anche se non ho approfondito molto, il futuro Presidente si è già espresso in termini da leader … Poi sui temi specifici vedremo quali saranno le scelte e in base a quelle si potrà dare anche un giudizio. Mi pare prematuro dare giudizi.

D. - La sua lectio magistralis di oggi per l’inaugurazione di questo importante anno accademico…

R. - Sì, io tratterò della diplomazia pontificia nel nuovo contesto globale, soprattutto, anche in riferimento a quanto dicevo prima, alla necessità di trovare nuove formule. Probabilmente la diplomazia oggi, la diplomazia pontificia, pure all’interno, è chiamata a trovare nuove formule per dare risposta ai nuovi problemi che si pongono alla comunità internazionale.








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