2016-11-09 19:14:00

Usa: Trump, presidente "di tutti". Vedrà Obama alla Casa Bianca


Donald Trump è il 45.mo presidente degli Stati Uniti. Questo l’esito delle elezioni, che hanno segnato la sconfitta di Hillary Clinton: 290 i gradi elettori conquistati dal repubblicano, contro i 218 della ex first lady democratica. Domani Trump sarà ricevuto da Barack Obama alla Casa Bianca. Il servizio di Giada Aquilino:

“I pledge every citizen in our land that I will be the president for all americans…
Mi impegno con ogni cittadino della nostra terra che sarò il presidente di tutti gli americani”. Donald Trump da gennaio sarà il 45.esimo inquilino della Casa Bianca. Conservate le roccaforti repubblicane, il settantenne newyorkese ha strappato anche Stati tradizionalmente in quota ai democratici. Nel suo primo discorso, Trump ha assicurato che “tutte le persone finora dimenticate non lo saranno più”, promettendo che gli Usa “cercheranno alleanze e non conflitti nel mondo”, andando “d'accordo con tutti quelli che vorranno andare d'accordo” con loro. Paolo Mastrolilli, inviato del quotidiano La Stampa a New York, intervistato da Giancarlo La Vella:

“Donald Trump, sin dal principio, è riuscito a parlare all’America profonda, soprattutto all’America dei bianchi della classe media, dei bianchi senza istruzione universitaria, che hanno visto negli ultimi anni il Paese sfuggire dal loro controllo. Sono stati colpiti dalla crisi economica, dagli effetti della globalizzazione; temono l’immigrazione, temono che le minoranze conquistino il controllo del Paese; pensano anche che gli Stati Uniti si siano indeboliti sul fronte internazionale e che siano minacciati dal terrorismo islamico”.

Trump ha pure infranto il sogno di una prima donna alla Casa Bianca. Hillary Clinton, da parte sua, ha assicurato di accettare la vittoria repubblicana:

“Last night I congratulated…
La notte scorsa mi sono congratulata con Donald Trump e impegnata a lavorare con lui per il bene del Paese”. La Clinton si è detta “delusa” dall’esito elettorale ma, parlando di una donna presidente in futuro, ha detto: “Non abbiamo ancora rotto il più alto e più duro soffitto di cristallo ma un giorno succederà”. Anche Barack Obama, pur sottolineando di avere “idee differenti”, si è congratulato con Trump, lo ha invitato domani al 1600 di Pennsylvania Avenue, perché ha assicurato: “dobbiamo unire il Paese”: “una transizione di potere pacifica - ha aggiunto Obama - è il marchio” della democrazia americana.

Dopo la vittoria di Trump, immediati gli effetti in borsa: apertura in ribasso ma seguita da un’accelerazione per Wall Street, rientrato il panico di stamani sui mercati europei. Le reazioni dal mondo: si va dalla soddisfazione della Russia, alla prudenza di Italia e Germania, alla preoccupazione francese. Israele vede in Trump “un amico sincero”. La Cina assicura di voler mantenere relazioni bilaterali “solide e stabili” con Washington. Quale sarà la politica estera del magnate, secondo quanto trapelato in campagna elettorale? Ferdinando Fasce, già docente all'Università di Genova e profondo conoscitore della Storia americana, al microfono di Giancarlo La Vella:

“C’è una grandissima incognita, perché Trump ha sottolineato la propria intenzione di rilanciare quello che potremmo chiamare l’unilateralismo statunitense. Trump ha fortemente spinto sull’idea del protezionismo americano, sull’idea del 'facciamo per conto nostro; non rinnoviamo la logica dell’interdipendenza', e poi ancora sul disimpegno in più aree e più in generale, un rapporto di riduzione delle grandi strategie dell’interdipendenza, non senza allentamento delle tensioni sia nei confronti della Russia che nei confronti della Cina”.








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