2016-11-09 06:22:00

Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti


Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America. Ha sconfitto la rivale Hillary Clinton che i sondaggi della vigilia davano per vincente: la candidata democratica ha ammesso la sconfitta e ha telefonato a Trump per le congratulazioni. Dopo la vittoria in Pennsylvania e in Alaska, Trump ha superato la soglia dei 270 grandi elettori necessari per conquistare la Casa Bianca. Gli Stati che sono risultati decisivi in questa battaglia sono quelli del Nord-Est, peraltro tradizionalmente democratici: Michigan, Wisconsin, Iowa, Ohio, Pennsylvania, oltre alla Florida. "Prometto che saro' il Presidente di tutti gli americani". Queste le prime parole del 45° Presidente americano nella 'ball room' dell'Hotel Hilton di New York, quartier generale dei repubblicani. Da New York, Elena Molinari:

Per un’analisi del voto statunitense sul fronte interno, Giancarlo La Vella ha intervistato Paolo Mastrolilli corrispondente dagli Stati Uniti per il quotidiano la Stampa: 

R. – Donald Trump, sin dal principio, è riuscito a parlare all’America profonda, soprattutto all’America dei bianchi della classe media, dei bianchi senza istruzione universitaria, che hanno visto negli ultimi anni il Paese sfuggire dal loro controllo. Sono stati colpiti dalla crisi economica, dagli effetti della globalizzazione; temono l’immigrazione, temono che le minoranze conquistino il controllo del Paese;  pensano anche che gli Stati Uniti si siano indeboliti sul fronte internazionale e che siano minacciati dal terrorismo islamico. 

Su come l’affermazione repubblicana negli viene percepita sul fronte internazionale Giancarlo La Vella ha intervistato l’americanista Ferdinando Fasce, docente di Storia Contemporanea all’Università di Genova:  

R. – C’è una grandissima incognita, perché Trump ha sottolineato la propria intenzione di rilanciare quello che potremmo chiamare l’unilateralismo statunitense. Trump ha fortemente spinto sull’idea  del protezionismo americano, sull’idea del “facciamo per conto nostro; non rinnoviamo la logica dell’interdipendenza”; sul disimpegno in più aree e più in generale, un rapporto di riduzione delle grandi strategie dell’interdipendenza, non senza allentamento delle tensioni sia nei confronti della Russia che nei confronti della Cina.

Donald Tump ha dominato e trasformato il partito repubblicano, che prima e dopo di lui non sarà più lo stesso. Gabriella Ceraso ha intervistato il direttore del quotidiano La Stampa, Maurizio Molinari, per anni corrispondente negli Stati Uniti:

 

 


 








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