In un comunicato intitolato “Dio ama la giustizia e il diritto”(Sal. 33), i vescovi del Guatemala denunciano una “paralisi istituzionale” che si manifesta in diversi modi, come l’ostruzionismo fra i deputati e le azioni che fermano il regolare svolgimento della giustizia, mentre la giustizia dovrebbe essere "veloce, imparziale e estranea a forze esterne" si legge nel comunicato ripreso dall'agenzia Fides.
Non sottomettersi a pressioni esterne o accettare condizioni per il Paese
Il documento ricorda la necessità di rafforzare la democrazia nei momenti difficili,
per questo i vescovi ripropongono quanto scritto nel giugno 2015, quando pubblicarono
un documento sul bisogno della democrazia nella difesa del bene comune e sulla promozione
della dignità umana: "Il primo principio di un popolo sovrano è di non sottomettersi
a pressioni esterne o accettare condizioni per il Paese".
Lotta alla corruzione in un contesto di costruzione di un progetto nazionale
"La lotta alla corruzione è fondamentale, ma è necessario inquadrarla dentro obiettivi
immediati di costruzione di un progetto nazionale" sottolineano i Vescovi. "La situazione
socio-politica che stiamo vivendo è preoccupante e tocca tutti i guatemaltechi. Vogliamo
un Guatemala diverso e ci siamo impegnati perché la verità del Vangelo sia il nostro
più grande contributo al cambiamento sociale ed etico di cui come nazione abbiamo
bisogno" conclude il testo, firmato dal Presidente della Conferenza episcopale, mons.
. Rodolfo Valenzuela Núñez, vescovo della diocesi di Vera Paz.
La corruzione coinvolge dogane, banche e politici
Lo scorso mese, i guatemaltechi sono rimasti scioccati per i risvolti del processo
contro un ex-ministro ed altre 10 persone coinvolte in un caso di corruzione ad alto
livello. Secondo la stampa locale, sono però apparsi anche altri casi di corruzione
alle dogane, fra i politici e i dirigenti delle banche. (C.E.)
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