La tutela del diritto alla salute dovrebbe essere un obiettivo fondamentale delle politiche e dei programmi nazionali, a prescindere dai diversi contesti economici, sociali, culturali, religioso o politici. Tuttavia, per milioni di persone in tutto il mondo, il pieno godimento del diritto alla salute rimane un obiettivo lontano. Così mons. Ivan Jurkovič, Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, nel suo intervento presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio sull’accordo TRIPs, relativo agli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale. L’arcivescovo evidenzia gli ostacoli esistenti nell’accesso, a prezzi accessibili, a farmaci di alta qualità. “Questo – spiega – costituisce una sfida per promuovere la dignità umana, base di ogni diritto umano, compreso il diritto alla vita, alla salute e allo sviluppo integrale della persona”.
Momento storico per porre fine a epidemie come l'Aids
Il raggiungimento di un equilibrio forte tra la tutela del diritto dei ricercatori,
i diritti umani e gli obiettivi della salute pubblica è parte integrante degli Obiettivi
dello sviluppo sostenibile. Mons. Jurkovič definisce quello attuale un “momento storico”
per impegnarsi con successo a porre fine ad epidemie come Aids, tubercolosi, malaria,
malattie tropicali attraverso azioni di solidarietà globale e di partenariato. Particolare
attenzione viene riservata ai tanti esclusi del nostro mondo, “la maggioranza della
popolazione”: “la nostra attenzione - aggiunge l’Osservatore della Santa Sede - deve
essere costante per costruire un mondo più sostenibile entro il 2030”, scadenza fissata
a livello internazionale.
Permettere accesso ai farmaci essenziali
“L'accesso ai farmaci essenziali, che soddisfano le esigenze di assistenza sanitaria
di base della popolazione - prosegue - è una componente fondamentale del diritto alla
salute. I medicinali essenziali dovrebbero essere disponibili a prezzi accessibili
sia per gli individui che per le comunità locali. Quindi – è l’invito – occorrono
politiche attente alla dignità umana e ai diritti umani ed è importante rimuovere
le barriere esistenti e regolare una domanda sproporzionata finalizzata solo al profitto.
Mons. Jurkovič suggerisce quale strumento utile a tal fine, il dialogo, “modo migliore
per affrontare i problemi del nostro mondo e cercare soluzioni realmente efficaci
per noi e le future generazioni”. Tale dialogo – è la raccomandazione – sia fondato
sui tre principi di solidarietà, sussidiarietà, e preoccupazione per il bene comune.
Favorire discussione sul commercio per il bene comune
L’auspicio è che possa essere facilitata una discussione sul commercio e la salute
per il bene comune e l’accesso alle tecnologie sia concepito come un diritto legato
alla salute e alla vita. L’arcivescovo conclude il suo intervento citando le parole
del Papa all’Onu a Nairobi nel novembre 2015: “L’interdipendenza e l’integrazione
delle economie non devono comportare il minimo danno ai sistemi sanitari e di protezione
sociale esistenti; al contrario, devono favorire la loro creazione e il funzionamento.
Alcuni temi sanitari, come l’eliminazione della malaria e della tubercolosi, la cura
delle cosiddette malattie “orfane” e i settori trascurati della medicina tropicale,
richiedono un’attenzione politica prioritaria, al di sopra di qualsiasi altro interesse
commerciale o politico” (a cura di Paolo Ondarza).
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