2016-11-11 14:20:00

Papa ai senza dimora: perdono per i cristiani che si girano dall'altra parte


Vi chiedo perdono per le persone della Chiesa che non vi hanno visto, che si sono girate dall’altra parte: così Papa Francesco accogliendo nell’Aula Paolo VI diverse migliaia di senza dimora provenienti da molti Paesi europei (Francia, Germania, Portogallo, Inghilterra, Spagna, Polonia, Italia), arrivati in questi giorni a Roma per vivere il loro Giubileo della Misericordia. All’evento, promosso dall’Associazione francese “Fratello”, hanno aderito varie associazioni che assistono le persone in grave situazione di precarietà e senza alloggio. Il servizio di Adriana Masotti:

Prima delle parole i saluti calorosi e lo scambio di abbracci tra Francesco e i suoi ospiti. Poi ad aprire l’incontro il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione. Quindi l’intervento di  Etienne Villemain dell’Associazione Fratello: “E’ la Chiesa e Cristo stesso che siamo venuti a incontrare”, dice al Papa, ringraziandolo di ricordarli così spesso. Anche noi, dice, desideriamo sperimentare la tenerezza di Dio. E al Papa esprime un grande desiderio: quello che si possano organizzare le Giornate mondiali dei poveri. Poi ancora le testimonianze di Christian e Robert, due persone senza dimora, piene di gratitudine verso coloro che li hanno aiutati e verso il Papa perché porta sempre i poveri nel suo cuore.

Francesco comincia dicendo che ha preso nota di alcune parole appena sentite. Queste: “come esseri umani noi non ci differenziamo dai grandi del mondo. Abbiamo le nostre passioni e i nostri sogni, che cerchiamo di portare avanti a piccoli passi”. La passione e il sogno: due parole, dice, che possono aiutare. “Non smettete di sognare”, raccomanda il Papa.

"La povertà sta nel cuore del Vangelo. Colui che ha tutto non può sognare! La gente, i semplici sono andati a Gesù perché sognavano che li avrebbe curati, che li avrebbe liberati, che li avrebbe serviti e lo seguirono e Lui li liberava".

Una seconda parola: “La vita così è bella”. Che significa che la vita si fa bella anche nelle peggiori situazioni, si domanda il Papa, questo significa dignità! La stessa dignità che ha avuto Gesù che è nato povero, che ha vissuto povero:

"Io so che molte volte voi avete incontrato gente che voleva sfruttare la vostra povertà ... però so anche che questo sentimento di vedere che la vita è bella, questo sentimento, questa dignità, vi ha salvati dall’essere schiavi. Povero sì, schiavo no! La povertà è nel cuore del Vangelo, per essere vissuta. La schiavitù non è nel Vangelo per essere vissuta, ma per essere liberata!".

Sempre incontriamo persone più povere di noi, prosegue il Papa, la capacità di essere solidali è uno dei frutti che ci dà la povertà: “grazie per questo esempio che voi date. Insegnate solidarietà al mondo!”. Francesco dice che l’ha colpito poi sentir parlare della pace. La povertà più grande è la guerra, afferma, la guerra che distrugge:

"La pace che, per noi cristiani, è iniziata da una stalla, da una famiglia emarginata; la pace che Dio vuole per ciascuno dei suoi figli. E voi, dalla vostra povertà, dalla vostra situazione, potete essere artefici di pace. La guerra si fa tra ricchi, per avere di più, per aver più territorio, più potere, più denaro. Abbiamo bisogno di pace nel mondo! Abbiamo bisogno di pace nella Chiesa; tutte le Chiese hanno bisogno di pace; tutte le religioni hanno bisogno di crescere nella pace."

Io vi ringrazio per essere venuti qui a visitarmi, dice infine il Papa, vi chiedo perdono se qualche volta vi ho offesi con le mie parole o per non aver detto le cose che avrei dovuto dire:

"Vi chiedo perdono per tutte le volte che noi cristiani davanti ad una persona povera o ad una situazione povera guardiamo dall’altra parte. Il vostro perdono, di uomini e donne della Chiesa, che non vogliono guardare o non lo hanno voluto guardare, è acqua benedetta per noi,  è  pulizia per noi, è aiutarci a tornare a credere che nel cuore del Vangelo c’è la povertà come grande messaggio e che noi – i cattolici, i cristiani, tutti – dobbiamo formare una Chiesa povera per i poveri".

Alla fine il Papa in piedi recita una invocazione al Signore: “Dio, Padre di tutti noi, di ciascuno dei tuoi figli ti chiedo che ci dia forza, che ci dia allegria, che ci insegni a sognare per guardare avanti; che ci insegni ad essere solidali, perché siamo fratelli; e che ci aiuti a difendere la nostra dignità”.

Poi Francesco si intrattiene ancora per un momento intenso di preghiera silenziosa, circondato da uomini e donne stretti alla sua persona sulle cui spalle appoggiano le proprie mani. Un gesto che esprime più delle parole l’amicizia tra il Papa e i poveri.








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