2016-11-14 13:34:00

Bangui: chiusa Porta Santa, ma spirito Giubileo continua a soffiare


Si sono chiuse ieri, in tutte le diocesi del mondo, le Porte Sante del Giubileo della Misericordia. Domenica prossima, nella Solennità di Cristo Re, Papa Francesco con una solenne celebrazione in San Pietro chiuderà l’Anno Santo che, fatto inedito nella storia della Chiesa, non era iniziato a Roma ma a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Proprio nella cattedrale di Bangui, si è svolta ieri la chiusura della Porta Santa aperta da Francesco il 29 novembre scorso. Ascoltiamo la testimonianza del parroco della Cattedrale, don Mathieu Bondobo, raggiunto telefonicamente in Centrafrica da Alessandro Gisotti:

R. – Un’emozione unica. Abbiamo accolto il Santo Padre il 29 novembre scorso durante la sua visita in Centrafrica e con l’apertura della prima Porta Santa, un evento grande, un evento spirituale unico per quanto riguarda la storia della Chiesa. Ieri con la celebrazione della chiusura dell’Anno Santo abbiamo vissuto nuovamente anche l’emozione dell’accoglienza del Santo Padre. Tutte le parrocchie della capitale e tutte quelle dell’arcidiocesi di Bangui e tante persone di buona volontà hanno preso parte a questa celebrazione. Abbiamo invitato anche i nostri fratelli musulmani e i nostri fratelli protestanti. Il Santo Padre venendo a Bangui ci ha indicato la via della misericordia per la pace in questa terra che da molti anni sta soffrendo. Quindi, ieri è stata una giornata di ringraziamento perché questa terra, questo Paese, ha vissuto anche delle cose belle durante questo Anno Santo e quindi la benedizione del Signore è scesa su ciascuno di noi e abbiamo accolto questa chiusura come una missione.

D. - Come durante l’apertura della Porta Santa, erano presenti, assieme all’arcivescovo di Bangui, l’imam e il pastore protestante locale. Questo segno tangibile di dialogo interreligioso per la pace quanto ha toccato il cuore del popolo centrafricano?

R. – Tutti i leader religiosi, l’imam, il pastore e la chiesa di Bangui fin dall’inizio si sono messi insieme per dare questa testimonianza, questo segno visibile che non c’è guerra di religione: il problema è altrove! Quindi questo dialogo interreligioso e questo lavoro di ecumenismo sono molto importanti per il Centrafrica.

D. - Aprendo la Porta Santa a Bangui Francesco ha detto che la città – Bangui – era la "capitale spirituale" del mondo. Quali frutti avete raccolto nella fede del vostro popolo in questo anno giubilare iniziato proprio a Bangui?

R. - Diciamo che questa è una delle frasi del Santo Padre che la gente in Centrafrica ripete. Questa parola del Santo Padre è forte per noi. È Pietro che parla. Sappiamo che chi incontra Pietro, incontra Gesù. Quindi è una parola da prendere sul serio. Dopo questo, è anche una bella sfida per noi del Centrafrica: cosa abbiamo fatto per meritare questo? Niente. Non abbiamo fatto niente. Non abbiamo meritato niente agli occhi di Dio, però il Signore ha posato il suo sguardo misericordioso su di noi e noi lo abbiamo accolto. E questo nella capitale spirituale del mondo dice di più: dice che ogni africano, ogni abitante di Bangui, deve cercare, nel suo modo di fare e di agire, di vivere questa capitale spirituale del mondo. Questo significa che Dio è lì, Dio è presente e con Lui possiamo fare cose grandi, perché è il suo Spirito che ci spinge a fare cose grandi. Quindi Bangui, che è divenuta "capitale spirituale del mondo", è stata accolta da noi e la stiamo vivendo per la gioia di Dio.

D. - Come sappiamo purtroppo c’è anche chi non vuole la pace in Centrafrica. Pensa che l’onda del Giubileo sarà più forte anche con questo segno di dialogo tra esponenti di diversi religioni?

R. - L’onda del Giubileo avrà – a mio parere – un impatto, qualcosa di molto positivo per questo Paese. Tra poco ci sarà un incontro a Bruxelles, dove si discuterà molto della pace in Centrafrica. Tutto questo lo abbiamo offerto al Signore. Tutto il popolo del Centrafrica prega sempre per la pace. Credo che - come dicono le Sacre Scritture: “un povero grida e il Signore lo ascolta” - stiamo vivendo, stiamo pregando perché il Signore possa ascoltare la nostra preghiera, che possa esaudire questo grido che viene dal profondo del cuore del popolo del Centrafrica. Questa onda del Giubileo sono sicuro che darà i suoi frutti perché Dio è la pace definitiva. Quindi stiamo chiedendo a Dio di agire, di fare qualcosa nel nostro Paese, il Centrafrica. Lo stiamo pregando, ma lo stiamo anche cercando, perché chi prega e non fa niente per la pace, forse non è cristiano. Ognuno sta cercando la strada della pace e con questa grazia giubilare credo che questo sia possibile.








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