2016-11-14 14:12:00

In Bulgaria e Moldavia vincono due presidenti filo-russi


Svolta filo russa per la Bulgaria e la Moldavia, dove ai ballottaggi di domenica hanno vinto due candidati Presidente che vogliono rilanciare il rapporto con Mosca. L'ex generale Rumen Radev è diventato il nuovo Capo di Stato bulgaro, mentre in Moldavia si è affermato Igor Dodon, esponente della minoranza russofona. Battute le due candidate filo-europeiste. Il servizio di Marco Guerra:

L’Europa orientale torna a guardare con grande interesse alla partnership con la Russia. Questo dicono le elezioni presidenziali svoltesi domenica in Bulgaria e Moldavia. Nel Paese balcanico, nell’Ue dal 2007, si è imposto il socialista 53enne, ex generale dell'Aeronautica, Rumen Radev, con il 58% dei consensi. In Moldavia si è affermato con il 55% Igor Dodon, esponente della minoranza russofona. Entrambi correvano contro due candidate filo-occidentali risultate troppo deboli per l’elettorato. Dopo la sconfitta della candidata del partito di centro-destra al governo, il premier bulgaro Bojko Borissov ha annunciato le sue dimissioni, malgrado il Presidente abbia un ruolo di rappresentanza. Si attende ora di capire se saranno convocate elezioni anticipate o se si cercherà  di formare un governo di coalizione. Intanto un portavoce del Cremlino parla del risultato delle elezioni in Bulgaria come di un’opportunità per lo sviluppo del gasdotto South Stream. Ma sul voto in Bulgaria sentiamo il commento della giornalista bulgara Iva Mihailova:

R. – Non direi che può essere letta come rabbia contro l’Europa, perché molte delle persone che hanno sostenuto il generale Radev non sono contrarie all’Europa: anche lui ha detto di non essere contrario all’Europa, ma che vuole aprire la Bulgaria maggiormente nei confronti della Russia. Il generale Radev è stato ampiamente appoggiato, da più di 2 milioni di bulgari, e questo perché è stato un voto di protesta: la gente è stanca; vuole dei cambiamenti; ritiene che tutto quello che è stato fatto in Europa, tutto quello che è stato fatto in Bulgaria per una vita migliore non basta; la gente vuole ora più trasparenza, più cose concrete, più onestà nella politica. E il generale Radev rappresentava tutto questo: è un patriota, è un uomo dalla mano forte… La gente adesso ha tanta paura e infatti in queste elezioni si è giocato anche molto sui migranti e sul fatto che la Bulgaria sia alla frontiera esterna dell’Unione Europa: il generale Radev ha assicurato che la Bulgaria non sarà trasformata in un ghetto di migranti. Inoltre il Partito di governo ha lanciato un candidato molto debole, che parlava di comunismo e anticomunismo, che usava questi vecchi stereotipi, che ormai non vanno più… Il generale Radev è invece riuscito ad ottenere un maggiore appoggio, perché per lui hanno votato molte persone che non sono delle sinistra, che sono della destra, che sono del centro, ma che hanno visto in lui questa speranza.

D. – L’elezione di Radev ha comportato le dimissioni del premier Borisov. Qual è la situazione politica al momento e cosa si prospetta?

R. – Il premier Borisov si è dimesso proprio perché il Partito Gerb è un partito molto centrato sulla sua leadership. E Borisov aveva detto che qualsiasi candidato avesse proposto – fosse stato anche un asino – se solo fosse stato fotografato con lui sarebbe stato eletto, perché gode grande appoggio popolare; alla fine ha scelto la presidente del Parlamento, che invece non era molto popolare… Aveva anche detto che se non avesse vinto, si sarebbe immediatamente dimesso. Negli ultimi mesi ha dimostrato una certa sicurezza del potere e questo non è certamente piaciuto. Molto probabilmente ora ci sarà un governo ad interim ed elezioni al più presto, in primavera, perché i socialisti hanno detto che non intendono provare a fare un governo nell’ambito della presente legislatura. E questo è un problema, anche perché la finanziaria che sarebbe dovuta essere approvata in Parlamento questa settimana, non sarà invece neanche introdotta: almeno questo ha detto il partito del premier Borisov.

D. – Quindi è una Bulgaria che non volta le spalle all’Europa, che non guarda tanto alla Russia, ma che ha votato per un uomo forte…

R. – Sì, diciamo che guarda anche verso la Russia. Ma la ragione principale per la quale è stato scelto il generale Radev non è perché è filorusso: la ragione principale è che lui rappresentava questa chance di cambiamento, perché il problema è la politica interna. Sì, l’altra candidata era più espressamente verso i valori occidentali e verso Bruxelles, ma non riusciva a convincere… Il problema è che noi non conosciamo questo generale Radev, perché non è mai stato finora un politico: arriva appoggiato dai socialisti e non sa chi e cosa rappresenta e soprattutto cosa farà. La gente, votando, non si è fatta tutte queste domande ...








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