Con l'obiettivo di discutere la situazione politica, sociale, economica, culturale e religiosa della regione e il contributo della Chiesa cattolica per la promozione e la difesa della vita degli abitanti e della biodiversità dell'Amazzonia, si sta svolgendo il Convegno ecclesiale dell’Amazzonia. L’incontro, dal 14 al 16 novembre nella città di Belem, in pratica vuole fare un’analisi generale di come si sviluppa attualmente il lavoro missionario nella regione, ascolterà la testimonianza dei vescovi e, da lì, traccerà nuove prospettive da offrire in risposta alle nuove sfide.
Una missione iniziata 400 anni fa
Il lavoro missionario della Chiesa cattolica in Amazzonia è iniziato circa 400 anni
fa, proprio dalla fondazione della città di Belem. "La Chiesa è sempre stata presente
nella storia dell'Amazzonia per accompagnare le popolazioni nella storia e per contribuire
ad illuminare la strada in questa storia" ha detto il card. Hummes, uno dei partecipanti
all'incontro come presidente della Commissione episcopale speciale per l’Amazzonia
della Chiesa brasiliana.
C’è ancora molto da fare nella regione
Il primo incontro ha avuto luogo a Manaus nel 2013 e alla fine della riunione è stata
redatta e pubblicata una lettera di impegno. Il vescovo emerito di Xingu e presidente
del Comitato brasiliano della Rete ecclesiale Pan-amazzonica (Repam), mons. Erwin
Kräutler, spiega che c’è ancora molto da fare nella regione. "Il documento era una
dichiarazione, dei consigli per tutte le diocesi e prelature per l'attuazione e il
rafforzamento della Chiesa in Amazzonia. Ciò che conta è che le Chiese diventino consapevoli
del fatto che dobbiamo tutti camminare nella stessa direzione, e vivere l'impegno
per l'Amazzonia" ha detto mons. Erwin. (C.E.)
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