2016-11-19 14:22:00

La gioia dei fedeli: neocardinali, benedizione di Dio per Paesi lontani


Molti i fedeli giunti da tutto il mondo per poter assistere alla celebrazione del Concistoro e alla creazione dei nuovi cardinali nella Basilica di San Pietro. Ascoltiamo le loro emozioni raccolte da Marina Tomarro:

D. - Lei viene dal Centrafrica ...

R. – E’ un evento storico, perché è la prima volta che c’è un cardinale in Centrafrica. Ho visto che sono arrivati oltre 200 centrafricani: sono veramente gioioso, è una grande gioia per tutto il Paese, per tutto il popolo centrafricano.

D. – Cosa vuol dire per voi?

R. – E’ un incoraggiamento da parte della Chiesa. Tutto il popolo centrafricano e la Chiesa centrafricana sentono la vicinanza del Papa e speriamo bene che questa cosa possa portare la pace in tutto il Paese che sta attraversando una situazione difficile.

D. - Don Mathieu Bondobo, lei è parroco della Cattedrale di Bangui, cosa vuole dire ...

R. – Vuol dire tante cose. Prima di tutto un ringraziamento, perché Dio sa fare le cose e Lui ci sorprende sempre. La realtà del nostro Paese e anche della nostra Chiesa è molto articolata; avere un cardinale, oggi, vuol dire che Dio c’è, che Dio è presente nella storia del Centrafrica, nella storia della Chiesa del Centrafrica. Stiamo vedendo le manifestazioni di Dio. Quindi questo gesto, per noi del Centrafrica e per me sacerdote, è una testimonianza che Dio ci sostiene e ci accompagna in tutto quello che stiamo facendo.

D. – Don Mathieu, per i cristiani che vivono in Centrafrica, avere un cardinale che cosa vuol dire?

R. – Sappiamo che essere cardinale è una scelta di fiducia del Santo Padre, perché è il collaboratore più vicino al Santo Padre. E con questa scelta significa che la Chiesa particolare del Centrafrica è vicina alla Chiesa universale, vicina alla Chiesa di Roma: significa molto a livello della fede ma anche a livello della situazione del Paese. La sua voce è sempre rispettata. E’ una persona di tutti, diciamo: non solo dei cattolici, ma anche dei musulmani e dei protestanti. Con questa crisi che stiamo vivendo, lui lavora con tutti, vuole la pace, cerca la pace e la sua creazione a cardinale sarà anche un incoraggiamento a dare di più, per quello che sta facendo.

D. – Da dove vieni?

R. – Dal Bangladesh.

D. – Cosa vuol dire, oggi, avere un cardinale nel vostro Paese?

R. – Siamo felicissimi; aspettavo questo giorno! Sono molto orgoglioso di questo giorno e per lui, primo cardinale del Bangladesh, del nostro Paese.

D. – Cosa vuol dire per il tuo Paese?

R. – E’ un grande onore per noi avere un cardinale; è una cosa felicissima …

R. – E’ una cosa grande anche per noi, perché siamo un Paese piccolo, per cui è tanto grande questa cosa … ci sentiamo vicini al Papa.

D. – Da dove venite?

R. – Dalle Isole Mauritius.

D. – Cosa vuol dire per voi?

R. – Per noi è una grande gioia e un segno di riconoscenza per tutta la Chiesa di Mauritius, per i cristiani presenti lì; è come un incoraggiamento a essere ancora più decisi nel testimoniare Cristo nella nostra vita di tutti i giorni.

D. – Qui siete una piccola rappresentanza; ma come è stato accolto, questo annuncio?

R. – Ah, con tantissima gioia, fervore, emozione … ci sono tantissimi sentimenti che ognuno risente in questo momento. E’ proprio una forma di riconoscimento: perché siamo lontani da Roma ma siamo riconosciuti fratelli e sorelle in Cristo. E quindi ci dà veramente tantissimo coraggio e forza per continuare a essere testimoni, là dove siamo stati chiamati in una piccola isola dell’Oceano Indiano.

D. – Da dove vieni?

R. – Dall’Albania.

D. – Oggi è stato nominato cardinale don Ernest: cosa vuol dire per voi?

R. – E’ una bellissima cosa, una meraviglia.

D. – Per il tuo Paese, che cosa vuol dire?

R. – Tanto, tanto: tante cose …

D. – Da dove venite?

R. – Da Madrid, per accompagnare il cardinale Carlos Osoro. E’ una cosa meravigliosa. E’ molto importante per noi, molto emozionante; siamo venuti in tanti da Madrid perché per noi Carlos Osoro è un cardinale spettacolare.

D. – Quanta gioia, oggi, per il cardinale Zenari?

R. – Moltissima! Moltissima. Noi lo abbiamo conosciuto – io avevo 18 anni, però l'ho sempre seguito. Lui veniva ogni tanto a vedere delle famiglie … è sempre stato un caro amico, insomma …

R. – Eh, vuol dire una cosa eccezionale perché lui ci ha guidati nei primi anni di sacerdozio e vedere che tanti di noi l’hanno avuto come curato, come sacerdote … veramente lo guardi, ammiri un punto di riferimento. Adesso è veramente una cosa bellissima …








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