“Questo è il tempo della misericordia”: lo ribadisce Papa Francesco nella Lettera Apostolica “Misericordia et Misera” pubblicata oggi a conclusione del Giubileo. Quattro le principali novità: tutti i sacerdoti avranno d’ora in poi la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto, i Missionari della Misericordia proseguiranno il loro ministero, i fedeli che frequentano la Fraternita San Pio X potranno continuare a ricevere validamente l’assoluzione sacramentale e, infine, l’istituzione della Giornata mondiale dei poveri. In tweet il Papa ha scritto: "Ricordiamo con gratitudine le persone consacrate che nei monasteri di clausura pregano per la Chiesa e il mondo". Il servizio di Sergio Centofanti:
L’incontro tra la misera e la misericordia
Papa Francesco sceglie come icona del Giubileo appena
concluso l’incontro tra Gesù e l’adultera: “Non s’incontrano il peccato e il giudizio
in astratto, ma una peccatrice e il Salvatore”, “la misera e la misericordia” come
dice S. Agostino.
Gesù riporta l’amore al centro della Legge mosaica
Scribi e farisei fanno una domanda capziosa a Gesù
citando Mosè, che nella Legge comanda di lapidare donne come questa. Ma Gesù - afferma
il Papa - riporta “la legge mosaica al suo genuino intento originario. Al centro non
c’è la legge e la giustizia legale, ma l’amore di Dio, che sa leggere nel cuore di
ogni persona, per comprenderne il desiderio più nascosto, e che deve avere il primato
su tutto”. Così “Gesù ha guardato negli occhi quella donna e ha letto nel suo cuore:
vi ha trovato il desiderio di essere capita, perdonata e liberata”. E “una volta
che si è rivestiti della misericordia, anche se permane la condizione di debolezza
per il peccato, essa è sovrastata dall’amore che permette di guardare oltre e vivere
diversamente”.
Valore propedeutico della legge
“Non c’è legge né precetto - spiega il Papa - che
possa impedire a Dio di riabbracciare il figlio che torna da Lui riconoscendo di avere
sbagliato, ma deciso a ricominciare da capo. Fermarsi soltanto alla legge equivale
a vanificare la fede e la misericordia divina. C’è un valore propedeutico nella legge
(cfr Gal 3,24)
che ha come fine la carità (cfr 1 Tm 1,5). Tuttavia, il cristiano è chiamato a vivere la novità
del Vangelo, «la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù» (Rm 8,2). Anche nei casi più complessi,
dove si è tentati di far prevalere una giustizia
che deriva solo dalle norme, si deve credere nella forza che scaturisce dalla grazia
divina”.
Nessuno può porre condizioni alla misericordia di Dio
“Nessuno di noi – scrive Francesco - può porre condizioni
alla misericordia; essa rimane sempre un atto di gratuità del Padre celeste, un amore
incondizionato e immeritato. Non possiamo, pertanto, correre il rischio di opporci
alla piena libertà dell’amore con cui Dio entra nella vita di ogni persona. La misericordia
è questa azione concreta dell’amore che, perdonando, trasforma e cambia la vita”.
“In una cultura spesso dominata dalla tecnica” – osserva il Papa – in cui “sembrano
moltiplicarsi le forme di tristezza”, solitudine e anche disperazione, “c’è bisogno
di testimoni di speranza e di gioia vera, per scacciare le chimere che promettono
una facile felicità con paradisi artificiali”.
Misericordia riversata sul mondo intero
“Abbiamo celebrato un Anno intenso – rileva il Pontefice
- durante il quale ci è stata donata con abbondanza la grazia della misericordia.
Come un vento impetuoso e salutare, la bontà e la misericordia del Signore si sono
riversate sul mondo intero”. Adesso occorre proseguire su questa strada, docili allo
Spirito, che “indica sempre nuovi sentieri da percorrere per portare a tutti il Vangelo
che salva”. Il Papa ricorda la centralità della misericordia nella celebrazione eucaristica
e nella Parola di Dio – invita a dedicare una domenica dell’Anno liturgico all’approfondimento
della Sacra Scrittura – esortando a evidenziarne la forza in omelie ben preparate.
Confessori: accoglienti, chiari, generosi nel perdono
Soprattutto parla del Sacramento della Riconciliazione,
che “ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana”: “E’ questo
il momento in cui sentiamo l’abbraccio del Padre che viene incontro per restituirci
la grazia di essere di nuovo suoi figli”. Ai sacerdoti chiede “di essere accoglienti con tutti; testimoni della tenerezza
paterna nonostante la gravità del peccato; solleciti nell’aiutare a riflettere sul male commesso; chiari nel presentare
i principi morali; disponibili ad accompagnare i fedeli nel percorso penitenziale, mantenendo il loro passo
con pazienza; lungimiranti nel discernimento di ogni singolo caso; generosi nel dispensare il perdono di Dio. Come Gesù davanti alla
donna adultera scelse di rimanere in silenzio per salvarla dalla condanna a morte,
così anche il sacerdote nel confessionale sia magnanimo di cuore, sapendo che ogni
penitente lo richiama alla sua stessa condizione personale: peccatore, ma ministro
di misericordia”. Quindi, caldeggia la celebrazione dell’iniziativa 24 ore per il Signore “che rimane un richiamo
pastorale forte per vivere intensamente il Sacramento della Confessione”.
Missionari della Misericordia proseguono il loro servizio
Sottolinea l’esperienza di grazia che la Chiesa ha
vissuto nell’Anno giubilare con il servizio dei Missionari
della Misericordia, annunciando che questo ministero
straordinario continuerà anche oltre l’Anno Santo, “come segno concreto che la grazia
del Giubileo continua ad essere, nelle varie parti del mondo, viva ed efficace”. Sarà
cura del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione trovare
le forme più coerenti per l’esercizio di questo prezioso ministero.
Tutti i sacerdoti potranno assolvere il peccato di aborto
Poi, “perché nessun ostacolo si interponga tra la
richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio”, concede “d’ora innanzi a tutti
i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato
peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare - precisa - viene ora esteso nel tempo”. Il Papa ribadisce
con tutte le sue forze “che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita
innocente. Con altrettanta forza, tuttavia”, afferma “che non esiste alcun peccato
che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore
pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre”.
Fraternità San Pio X: confessione valida
Inoltre, prolunga oltre il Giubileo anche la possibilità
“per i fedeli che per diversi motivi frequentano le chiese officiate dai sacerdoti
della Fraternità San Pio X di ricevere validamente e lecitamente l’assoluzione sacramentale
dei loro peccati”. Questo, “confidando nella buona volontà dei loro sacerdoti perché
si possa recuperare, con l’aiuto di Dio, la piena comunione nella Chiesa Cattolica”.
Famiglie in difficoltà
Il Papa rivolge quindi il suo pensiero alle famiglie,
invitando a “guardare a tutte le difficoltà umane con l’atteggiamento dell’amore di
Dio, che non si stanca di accogliere e di accompagnare". Ai sacerdoti è chiesto “un discernimento spirituale attento, profondo e lungimirante
perché chiunque, nessuno escluso, qualunque situazione viva, possa sentirsi concretamente
accolto da Dio, partecipare attivamente alla vita della comunità ed essere inserito”
nel Popolo di Dio.
Giornata mondiale dei poveri
“Termina il Giubileo - scrive il Papa - e si chiude
la Porta Santa. Ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata.
Abbiamo imparato che Dio si china su di noi (cfr Os 11,4) perché anche noi possiamo imitarlo nel chinarci sui
fratelli”, in particolare i poveri e i sofferenti. “Non possiamo dimenticarci dei
poveri” – afferma – e per questo istituisce per tutta la Chiesa la Giornata mondiale dei poveri nella XXXIII
Domenica del Tempo Ordinario. “Fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra
casa (cfr Lc 16,19-21)
- sottolinea - non potrà esserci giustizia né pace sociale” nel mondo.
Rivoluzione culturale attraverso la fantasia della misericordia
“È il momento - conclude il Papa - di dare spazio
alla fantasia della misericordia” che, attraverso la semplicità di piccoli gesti quotidiani,
“segni concreti di bontà e tenerezza rivolti ai più piccoli e indifesi, ai più soli
e abbandonati”, può “dar vita a una vera rivoluzione culturale” in tutto il mondo.
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