2016-11-21 11:37:00

Presidenziali Haiti: la gente spera nella ricostruzione


Tra una settimana circa si conoscerà l’esito del primo turno del voto di ieri ad Haiti che darà al Paese più povero dell'emisfero occidentale, un Presidente e un parlamento nuovi. Alle urne si è tornati dopo due appuntamenti annullati per brogli e per la devastazione dell’uragano Matthew, il mese scorso.Oltre 1000 i morti e 1,4 milioni di aiuti necessari. Il Paese cerca con questo voto di consolidare la democrazia dopo un anno di governo tecnico e di risollevarsi da una forte crisi economica. Intanto 43 arresti e bassa affluenza alle urne, cosa lasciano presagire? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Camilla Desideri responsabile per l'America Latina della rivista di geopolitica Internazionale:

R. – Sembra che ci sia stato qualche isolato arresto: niente a che vedere con i disordini del 2015, che portarono all’annullamento delle elezioni presidenziali. Oltretutto, questa volta sono stati dislocati sul posto migliaia di poliziotti e di funzionari della Missione delle Nazioni Unite. Bisogna poi vedere, quando saranno proclamati i risultati, se ci saranno scontri e contestazioni com’è successo esattamente un anno fa.

D. – La popolazione ha voglia di avere finalmente un governo e un Presidente più solidi, o no?

R. – Io credo di sì. Dovremo forse aspettare i dati certi sull’affluenza alle urne per vedere la solidità del Presidente che uscirà da queste elezioni. Sembra che questa sia stata bassa, soprattutto nelle zone più colpite dall’uragano; anche perché sono persone che si ritrovano senza più una casa e che sono rimaste anche senza documenti. Però credo che, dopo un anno di vuoto istituzionale e politico, con questa nuova tragedia umanitaria, con il rischio di una nuova epidemia di colera - quindi con molte zone senza acqua potabile - ci sia davvero voglia di dare stabilità.

D. – Cosa c’è in gioco? E chi sarà eletto potrà veramente fare qualcosa per una economia che è veramente ai minimi termini? La valuta è bassissima, e il costo della vita è molto alto…

R. – C’è un grande senso di sfiducia e di lontananza degli haitiani dalle istituzioni. La cosa più importante quindi è che da queste elezioni esca un Presidente – un vincitore chiaro –, e che gli haitiani accettino questo risultato. Ovviamente, le sfide sono enormi: il nuovo Presidente dovrà quasi partire da zero per ricostruire l’economia. L’isola si stava appena riprendendo dal sisma, e si è vista di nuovo protagonista di una catastrofe. Quindi, la strada è – secondo me – ancora lunga.








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