2016-11-22 15:10:00

Giubileo: vescovi Rwanda chiedono perdono per il genocidio


Domenica scorsa in occasione della chiusura dell’Anno Giubilare, in tutte le parrocchie del Rwanda è stata letta una lettera firmata dai vescovi del Paese africano, in cui si chiede perdono dei peccati commessi nel genocidio del 1994 da parte dei cristiani cattolici, così come di altri peccati commessi successivamente. Sul significato di questa dichiarazione che sarà tradotta in tutte lingue ufficiali del Paese, sentiamo al microfono di Samuel Bleynie, mons. Philippe Rukamba, vescovo di Butare e presidente della Conferenza episcopale del Rwanda:

R. – En pensant à cette année de la miséricorde …
Pensando all’Anno Santo della Misericordia, qui, in Rwanda, non si può non pensare al perdono delle offese. Ovviamente, l’elemento più drammatico che noi riconosciamo nella nostra storia recente è il genocidio [del 1994]. E’ in questo quadro, in realtà, che abbiamo redatto questa lettera, che è divisa in tre parti, per dire che ringraziamo Dio per tutti i doni che ci ha fatto: il dono della vita, il dono della nostra cultura, dei nostri genitori, il dono del nostro Paese. E noi chiediamo perdono per tutto il male che è stato fatto, soprattutto per tutti coloro che sono stati uccisi nel genocidio e per le conseguenze del genocidio e cioè le vedove, i bambini, gli orfani. Il nostro progetto, per il futuro, è chiedere ai cristiani di vivere il cristianesimo in maniera più profonda, che non siamo a favore, non accettiamo alcuna ideologia che conduca al genocidio.

D. – Già nel 2000 erano state formulate delle scuse. Perché oggi tornate su questo argomento?

R. – Nous avions fait des excuses en l’an 2000, au moment du jubilée aussi …
Nel 2000 – era sempre un Anno Santo – avevamo fatto le nostre scuse: l’avevamo fatto nel corso di una celebrazione liturgica. In quell’occasione avevamo voluto mandare un messaggio affinché la nostra posizione fosse chiara e perché ci fosse anche un atto di compassione. Questo è un atto che noi ripeteremo tra due anni: intanto, rifletteremo sulla riconciliazione, l’unità del Paese per superare gli strascichi del genocidio.

D. – Oggi, cosa è stato fatto per prevenire, per impedire che tutto questo accada di nuovo?

R. – Nous avons plusieurs actions: la Caritas qui aide aussi …
Ci muoviamo in diverse direzioni. C’è la Caritas che aiuta come può le vittime del genocidio; interveniamo nelle scuole, negli incontri con i cristiani con la Commissione della giustizia e pace; abbiamo istituito qua e là i “conciliatori”, se così possiamo chiamarli, a tutti i livelli, cioè messaggeri di pace. Queste sono le azioni che abbiamo iniziato in tutte le diocesi, perché noi vediamo questo periodo del dopo-genocidio come un momento di pace e non come un momento di rancore, di voglia di vendetta. Pensiamo – non solo noi, questa è la Dottrina della Chiesa – che sia l’unico modo per impedire che vi siano nuovi genocidi o che ci siano altri mali che vengono dallo spirito di vendetta e dalla volontà di fare del male all’altro, perché un giorno egli ha fatto del male a noi.

D. – In questo quadro, quali sono stati i frutti di questo Anno giubilare, in particolare per quanto riguarda appunto il genocidio, la riconciliazione, il perdono?

R. – Il y a plusieurs personnes qui se sont rencontrées et ont essayée de se pardonner …
Molte persone si sono incontrate alla ricerca del perdono; in concreto, abbiamo cercato di mettere insieme tutte le persone insieme e abbiamo detto che non accettiamo l’ideologia che porta al genocidio. Non è sempre facile, perché ci sono dei momenti in cui le persone reagiscono e non vogliono capire … Penso che tutto questo ci abbia dato un po’ più di pace, di tranquillità; è stato un anno molto fecondo in diversi ambiti, perché tutte le categorie, anche i bambini, i giovani e molti movimenti di azione cattolica, hanno avuto modo di passare [in questi luoghi di incontro], di ricevere una buona formazione e quindi di potersi confessare e creare in loro un atto di riconciliazione, un atto di misericordia nei riguardi di loro stessi.








All the contents on this site are copyrighted ©.