2016-11-22 13:00:00

Prima Giornata nazionale sulla sicurezza scolastica


Ricorre oggi la prima Giornata nazionale sulla sicurezza nelle scuole al fine di provvedere a edifici più sicuri, adeguati sismicamente, oltre a diffondere la cultura della sicurezza fra studenti e insegnanti. I recenti eventi sismici hanno portato nuovamente alla luce le precarie condizioni degli istituti italiani, il più delle volte costruiti non a norma e senza una manutenzione ordinaria o straordinaria. Secondo un rapporto di Cittadinanzattiva sono stati 112 i crolli di soffitti nelle strutture scolastiche negli ultimi tre anni, con ben 18 feriti, una scuola su dieci presenta danni strutturali e almeno nel 30% dei casi Comuni e Province non hanno effettuato interventi di risanamento, spesso anche per mancanza di fondi. Sabrina Spagnoli ha chiesto a Laura Galimberti, Coordinatrice della Struttura di missione per il coordinamento e impulso nell’attuazione di interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quali dovrebbero essere i criteri di costruzione degli edifici scolastici:

R. – I criteri di costruzione dovrebbero essere rispettosi di tutta la normativa sull’antisismica che, tra l’altro, in Italia esiste dagli Anni ’70 ed aggiornata nel 2008. Certamente noi, per questo, sosteniamo fortemente che le scuole debbano essere collocate in edifici di nuova costruzione. Si possono ovviamente fare adeguamenti agli edifici esistenti, ma questo è molto complicato e molto costoso. Quindi, via le scuole dai conventi del ‘500 e via libera a nuovi edifici che siano adeguati non soltanto alle leggi sulla sicurezza, alla sostenibilità complessiva dell’edificio, non solo energetica ma anche di tutto il ciclo di rifiuti dall’acqua e quant’altro, ma soprattutto scuole adeguate ad una nuova didattica: alla didattica del 2016 e non quella del 1800 quando i nostri nonni andavano a scuola.

D. - Manutenzione sia ordinaria che straordinaria e piano di adeguamento sismico. Come mai non sono stati presi tali provvedimenti nelle zone a rischio?

R. - Gli enti locali sono autonomi nella decisione delle priorità delle loro scuole. Evidentemente ci sono delle criticità che si presentano tutti i giorni, quindi si calcolano manutenzione ordinaria anche le infiltrazioni dai tetti , il cambio dei serramenti, … Tutte operazioni che devono essere  eseguite. Certamente la finalità ultima è di rendere le scuole sicure dal punto di vista strutturale; spesso questi interventi sono complicati e costosi e le comunità locali li rimandano. Credo che ora nessun ente locale rimanderà più questo tipo di interventi.

D. - Come verranno ricostruiti gli edifici scolastici danneggiati?

R. - Verranno sicuramente resi adeguati alla normativa antisismica e dove ovviamente necessario, e non possibile l’adeguamento, verranno interamente ricostruiti.

D. - Verranno prese in considerazione anche norme antincendio e per le barriere architettoniche?

R. - Sicuramente. Tutta questa normativa esiste in Italia e quindi è evidente, è legge, che le nuove costruzioni o gli interventi che si fanno oggi devono rispettarle. Ci sono edifici vetusti nel nostro patrimonio: basti pensare che il 70% degli edifici scolastici è stato costruito prima degli anni ‘80. Evidentemente su questi progressivamente, un po’ alla volta, sarà necessario intervenire. Sono 42mila gli edifici scolastici in Italia di cui oltre 3500 in zona sismica uno, quindi quelli più a rischio.








All the contents on this site are copyrighted ©.