2016-11-26 12:41:00

Aborto, scelta Papa favorisce prevenzione


I mass-media l’hanno letta come fosse una grandissima novità, in realtà gli ordini mendicanti e altri ordini religiosi hanno questo privilegio fin da tempi molto antichi. Nella coscienza ecclesiale c’è una grandissima attenzione nei confronti del peccato d’aborto, tanto da associarlo alla censura della scomunica, dall’altra c’è anche la grande consapevolezza che per la chiesa, per quanto questa sia un’azione che ferisce e uccide, la persona che la compie non è mai condannata per sempre”. 

Il bisogno di guarire

A ricordarlo è Paolo Benanti, teologo moralista, francescano del Terzo Ordine Regolare, docente alla Pontificia Università Gregoriana, nel corso di una trasmissione della Radio Vaticana dedicata alla decisione del Papa, contenuta nella Lettera ‘Misericordia et Misera’, di concedere a tutti i sacerdoti ‘la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto’. “Da una parte, quindi, - spiega il teologo - c’è la condanna dell’aborto, ma dall’altra, c’è bisogno di qualcuno che sia medico di quelle persone che sono incappate in quell’errore. Il Papa dunque non sta declassando questo gravissimo peccato, ma sta sottolineando l’importanza di accogliere la contrizione e il pentimento di chi vuole confessarlo”.

Favorirà la confessione

“Il fatto che questa facoltà, già concessa dal Papa durante il Giubileo, ora venga prolungata, è un segno che ora le porte della Chiesa si spalancano ancora di più. E’ una scelta che aiuterà più persone a prendere coraggio e ad avvicinarsi al confessionale e ai sacerdoti. Già tantissimi preti e religiosi avevano questa delega, ma, adesso che si sa che ce l’hanno tutti i sacerdoti, forse molte più persone, non solo donne ma anche uomini, non avranno più paura di incontrare problemi burocratici e saranno spinti a confessarsi”. Il commento è di Monika Rodman Montanaro, coordinatrice nazionale per l’Italia della ‘Vigna di Rachele’, percorso di sostegno per guarire le ferite dell’aborto. “Negli Stati Uniti – spiega - molte diocesi hanno concesso questa facoltà già da più di vent’anni a tutti i sacerdoti. E questa mossa ha solo portato nuova linfa alla Chiesa e al movimento Pro-life. Le persone che riescono a guarire da questa ferita, sentono poi la vocazione di portare anche agli altri questa buona notizia”.

Un impegno per la vita

Considero questa scelta del Papa una grazia incredibile. Perché ciò che era stato concesso durante il tempo giubilare, esteso ora per il resto del tempo, ribadisce non soltanto che l’aborto è un grave peccato perché pone fine a una vita innocente, ma impegna tutti quanti al sostegno delle gravidanze inattese”, aggiunge il prof. Filippo Boscia, presidente nazionale dell'Associazione medici cattolici italiani e presidente onorario della Società italiana di Bioetica. “Come medici cattolici, sentiamo che è giunto il tempo di una riflessione seria su questo tema. Crediamo che non sarebbe possibile un ulteriore sviluppo di civiltà senza dare una dimostrazione tratta da chi ha aiutato all’aborto e poi se ne è pentito”. “Ogni nuova parola del Papa – prosegue Boscia – si leva alta e chiara ed è indispensabile a rompere ogni censura sociale e dichiarare il valore della vita incipiente. E’ una parola che ridona speranza a chi ha vissuto il trauma dell’aborto, una scelta che lascia cicatrici nella psiche specie delle donne. Una scelta che non può essere tenuta nascosta, perché eliminare l’embrione non toglie lo scrupolo. E’ una scelta che viene vissuta come una colpa, da condividere ed eventualmente da proiettare verso gli altri”. 








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