2016-11-26 12:12:00

Giornata del Parkinson: ancora non esistono cure


Per l’ottavo anno consecutivo si rinnova l’appuntamento con la Giornata nazionale Parkinson, promossa dall’Accademia Limpe-Dismov (Accademia Italiana per lo Studio della Malattia di Parkinson e i Disturbi del Movimento) e dalla Fondazione Limpe per il Parkinson. Il Paese si è mosso a favore di iniziative e incontri di informazione e confronto con oltre 90 strutture locali ed il supporto di personale medico qualificato. Scopo principe della Giornata è sensibilizzare ed aumentare la consapevolezza della malattia. Nell'Unione Europea sono circa 1,2 milioni le persone affette da Parkinson e la sintomatologia del dolore continua a rimanere al centro delle attenzioni. Ce ne ha parlato il dott. Alfredo Berardelli, Presidente Fondazione Limpe, Istituto per il Parkinson Onlus, intervistato da Clarissa Guerrieri

R. – Oggi è la Giornata internazionale per la malattia del Parkinson, che è ideata e pensata dalla fondazione “Limpe per il Parkinson”, e fondamentalmente ha lo scopo di divulgare la conoscenza della malattia e di spiegarne un po’ le cause e le ragioni. Dobbiamo  ricordare che la malattia di Parkinson è nota per una costellazione di segni neurologici classici, come tremore o una lentezza nel movimento; ma questi sintomi possono essere anche preceduti, per molti anni, da altre sintomatologie: disturbi del sonno o dell’olfatto. Per combattere una malattia c’è bisogno di tanti sforzi e la ricerca è al centro di ogni cosa. Per la ricerca abbiamo bisogno dello Stato, ma anche delle iniziative dei singoli cittadini e dell’aiuto di tutti.

D. – È vero che la malattia si manifesta dopo i 60 anni di età?

R. – In genere, la frequenza maggiore riguarda sicuramente questa fascia di età, però la malattia può colpire anche soggetti più giovani.

D. – È possibile prevenire questa malattia?

R. – Attualmente, al momento, ancora non è possibile prevenire la malattia nel senso stretto della parola. Non c’è dubbio che l’aver identificato una costellazione di sintomi che può precedere la comparsa di quelli motori può aiutare. Ma la cosa poi importante è andare avanti in queste ricerche.

D. – Per quanto riguarda il dolore invece, cosa può dirci?

R. – Il dolore è un sintomo che, per esempio, solo da poco è stato riconosciuto come uno dei sintomi che appartiene alla sintomatologia classica della malattia di Parkinson.

D. – Quando il dolore diventa cronico, cosa può succedere al paziente a livello neurologico?

R. – I pazienti affetti dalla malattia di Parkinson hanno vari tipi di dolore. Una popolazione di pazienti affetti da patologia di Parkinson riporta una maggiore frequenza di sintomi dolorosi rispetto a una popolazione della stessa età di controllo, non affetta dalla malattia di Parkinson. E quindi il dolore poi porta dietro una serie di problematiche che limitano la qualità della vita.

D. – Esiste una cura definitiva a questa malattia?

R. – Al momento ancora non esiste, però ci stiamo avvicinando sempre di più a capire il meccanismo che determina questa malattia. Vi è un accumulo di una sostanza proteica tossica che fa soffrire i neuroni. Nel momento in cui ciò sarà ancor meglio definito, si prevede lo sviluppo di terapie mirate poi alla degradazione di questa proteina e alla prevenzione della malattia stessa. Non è una frontiera lontanissima, ma abbastanza vicina. 

 








All the contents on this site are copyrighted ©.