2016-11-26 12:04:00

Papa incoraggia giovani del Servizio Civile: "Apporto fondamentale"


“Il grado di civiltà di un popolo si misura in base alla capacità di rispettare e promuovere i diritti di ogni persona, a partire dai più deboli”. E’ uno dei punti fondamentali del discorso del Papa ai 7 mila giovani del Servizio Civile Nazionale ricevuti oggi in Vaticano. Da Francesco anche un grazie all'Italia per quanto fa per i migranti e un ricordo per la gente colpita dal terremoto in Umbria e nelle Marche. Il servizio di Alessandro Guarasci:

Il Papa incoraggia i giovani del Servizio Civile Nazionale, una via che dà “pienezza di significato" alla "vita”. “Questa via non è uguale per tutti, ma ognuno può trovare quella più adatta alla sua personalità, ai suoi doni, alla sua situazione”, dice il Papa:

“Sicuramente la strada del servizio va controcorrente rispetto ai modelli dominanti, ma in realtà ognuno di noi si sente contento e realizzato solo quando è utile per qualcuno. Questo sprigiona in noi delle energie nuove, ci fa percepire che non siamo soli e dilata i nostri orizzonti”.

Francesco definisce questi ragazzi “una forza preziosa e dinamica del Paese”. Ed ancora:

“Il vostro apporto è indispensabile per realizzare il bene della società, tenendo conto specialmente dei soggetti più deboli. Il progetto di una società solidale costituisce il traguardo di ogni comunità civile che voglia essere egualitaria e fraterna”.

Questo traguardo, oggi come ieri, però, a volte viene tradito. E ciò succede quando si “assiste passivamente al crescere della disuguaglianza tra le diverse parti sociali o tra le nazioni del mondo; quando si riduce l’assistenza alle fasce più deboli senza che siano garantite altre forme di protezione; quando si accettano pericolose logiche di riarmo e si investono preziose risorse per l’acquisto di armamenti; o ancora quando il povero diventa un’insidia e invece che tendergli la mano lo si relega nella sua miseria”.

Atteggiamenti che rappresentano - dice il Papa - uno “sfregio della nostra società e della sua cultura immettendo in esse criteri e prassi improntati all’indifferenza e alla sopraffazione, che rendono più povera la vita non solo di chi è dimenticato o discriminato, ma anche di chi dimentica o discrimina”.

Dunque, il Servizio Civile aiuta la società a crescere in modo armonioso e a “svolgere una funzione critica” nei confronti di prospettive “contrarie all’umano”. Un compito alto, dunque, che si esplica nella tutela dell’ambiente, nell’assistenza ai poveri, nell’aiuto ai “rifigiati e ai migranti”, compito quest’ultimo in cui l’Italia è impegnata sia sul fronte dell’accoglienza, sia sul fronte dell’integrazione.

 

Tra i presenti in Aula Paolo VI stamattina per l'incontro del Papa con i giovani del Servizio Civile Nazionale, anche il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba, che ha la delega proprio al Servizio Civile Nazionale, svolto negli ultimi 15 anni da oltre 340 mila ragazzi. Ma questo apporto dato alla nostra società, come è cambiato in questi anni? Sentiamo lo stesso Bobba intervistato da Alessandro Guarasci:

R. – È cambiato prima di tutto perché è cresciuto: un numero maggiore di giovani può fare quest’esperienza, che è in primis un’esperienza di formazione personale, di cittadinanza attiva, quindi di impegno anche di natura civica, e poi di servizio per una comunità. Insomma, far crescere il bene comune, le opere di pace e di giustizia.

D. – Ma i fondi, in questo governo – in questa maggioranza – ci sono fondi per rafforzare ancora il Servizio Civile?

R. – Sicuramente sì. C’è la volontà determinata del governo di offrire questa opportunità e di dare ancora la possibilità a tutti i giovani, che scelgono volontariamente di fare il Servizio Civile, di poterlo fare. E questo è l’obiettivo che vogliamo conseguire, gradualmente, nel giro di pochi anni.

D. – I giovani del Servizio Civile come sono visti, secondo lei, dal resto della società?

R. – Sono visti come un’opportunità e una risorsa; perché costruire legami comunitari, prendersi cura di chi è più debole, cercare di realizzare opere che hanno a che fare con l’interesse delle nostre comunità, e in particolare di quei cittadini che fanno più fatica a stare al passo con gli altri, è vista come un’opportunità di futuro. Migliorando la vita delle persone più fragili, si migliora la vita di tutti.

D. – Ma l’apporto dei giovani del Servizio Civile va visto come una forma sostitutiva dello Stato, anche per ovviare alle tante carenze del Welfare State?

R. – Non è sostitutiva: è un modo di realizzare quello che è il principio di sussidiarietà, mobilitando le risorse della società civile, gli enti che promuovono, anche i Comuni che ingaggiano questi giovani e costruiscono il bene di tutti.








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