2016-11-26 12:36:00

Torna la Colletta Alimentare: tra volontari, anche terremotati


Torna in Italia l’appuntamento con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, giunta alla 20.ma edizione, promossa dalla Fondazione Banco Alimentare. Il Paese è chiamato a raccolta per un gesto di solidarietà ma anche di unità verso i più poveri. Una realtà accresciuta negli ultimi tempi: si contano infatti più di 4 milioni di indigenti a livello nazionale. 140 mila i volontari coinvolti per raccogliere generi alimentari, tra questi anche i terremotati di Accumoli, Amatrice e Norcia che hanno voluto portare il loro sostegno malgrado le difficoltà che si trovano ad affrontare in questo momento critico. Non solo, la giornata si pone inoltre come punto di incontro fra etnie e religioni differenti, a testimonianza del fatto che la fratellanza non ha confini. A illustrare l’iniziativa e il suo ruolo sociale, Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus intervistato da Sabrina Spagnoli:

R. – Ormai è una realtà quotidiana nella vita del Paese: ogni anno, da 20 anni, c’è questo ultimo sabato di novembre con la colletta alimentare. Con noi sono presenti, oltre ai volontari del Banco alimentare – l’anno scorso fino a 140 mila persone, volontari che vengono dalle associazioni convenzionate con noi e quindi Caritas, San Vincenzo e altre numerose associazioni del territorio – l’Associazione Nazionale Alpini, ma io direi anche qualsiasi persona che negli ultimi giorni abbia dato la sua disponibilità: ci sono scolaresche, gruppi associativi che si presentano e dicono: “Voglio dare una mano anch’io!”.

D. – Chi sono i poveri a cui vi rivolgete? Quali sono le loro storie?

R. – Ormai, come è noto, ci sono poveri di ogni nazionalità e provenienza; in ogni parte d’Italia stanno aumentando, dagli ultimi censimenti, gli italiani rispetto alla totalità della povertà: in Italia sono 4 milioni e 650 mila. Noi, con la Colletta e con la nostra attività quotidiana riusciamo a sostenerne, attraverso le strutture caritative convenzionate, circa un milione e 600 mila.

D. – Si tratta quindi di un evento di solidarietà che non ha confini. Quest’anno, anche molti terremotati di Accumoli, Amatrice e Norcia daranno il loro contributo…

R. – E’ evidente che un gesto così semplice chiama, raccoglie intorno a sé persone che hanno realmente uno stato di bisogno, come nel caso del terremoto o di una condizione sociale. Ma il richiamo a poter donare, dedicare un’ora, due ore come volontari o fare una spesa è più forte. Così alcuni nostri volontari sono andati a San Benedetto del Tronto dove ci sono moltissime persone, provenienti dalle zone terremotate e lì raccolte, e hanno proposto questo gesto. Che cosa è successo? Che molti di loro, oggi, faranno i volontari. Quindi sono terremotati che abitano in alberghi o in zone dove sono stati convogliati in questo periodo e andranno a fare la Colletta. Inoltre, ci sono scolaresche della zona intorno a Norcia che, nonostante la loro condizione, sono state invitate dai loro insegnanti a fare altrettanto.

D. – Papa Francesco ha detto: “Possiamo fare qualcosa di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile e che abbia anche la forza di un miracolo”. In virtù di questo, a Milano persone di etnia e di religioni differenti si sono trovate a collaborare per uno scopo più alto…

R. – Mi trovo in questo momento in un supermercato di Via Padova, via nota – credo – non solo ai milanesi come luogo di maggiore concentrazione di etnie diverse. Nei volontari che vedo qui intorno a me, quasi la metà sono chiaramente della comunità islamica o di quella sudamericana. E non li abbiamo raccolti in modo particolare: hanno proposto alle loro comunità di presentarsi qua, dicendo che fare del bene non ha confini, non è una questione di etnia o di religione. Inoltre - e questa, secondo me, è la cosa più importante e più grande - hanno affermato: "noi vogliamo sempre e comunque collaborare a fare di questa società in cui viviamo un luogo accogliente e di vita realmente dignitosa".








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