2016-11-28 13:58:00

Francia: netta vittoria di Fillon alle primarie repubblicane


Con il 68% delle preferenze, il conservatore François Fillon ha vinto il ballottaggio per le primarie della destra repubblicana francese contro Alain Juppé. "Difenderò i valori  francesi, ristruttureremo il Paese e combatteremo l’estremismo” ha detto il candidato alla l’Eliseo del fronte gollista. Acque agitate nei socialisti, con il primo ministro Valles che non esclude di presentarsi alle primarie contro il Presidente Hollande. “Se Valles si candida lasci il governo” ha ammonito il portavoce dell’esecutivo. Ma chi è François Fillon e quali prospettive si aprono per le presidenziali di aprile? Marco Guerra lo ha chiesto a Antonio Villafranca, responsabile del programma Europa dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi):

R. – Fillon proviene da una famiglia di tradizione cattolica e gaullista, però ha immediatamente sottolineato di avere una visione molto laica della politica. La sua è una destra relativamente moderata e liberista. Nel suo programma ci sono tante riforme circa il mercato del lavoro, come ad esempio abbandonare le 35 ore, una riduzione del numero degli impiegati pubblici – circa mezzo milione – un aumento dell’età pensionabile, ma non c’è dubbio che lo scoglio principale per lui sarà quello di realizzare le riforme nel mercato del lavoro, cosa in cui non è riuscito Hollande.

D. - Sembra una proposta molto lontana da quella incarnata da Marine Le Pen. Che differenze ci sono tra il Front National e il fronte Gaullista e anche con la sinistra che sembra, almeno dai sondaggi, destinata ad una sconfitta?

R. - Rispetto a Le Pen le differenze sono notevoli. Non è un caso che temi come i terrorismo e sicurezza non sono stati il cavallo di battaglia di Fillon. Lui è convinto che se l’economia riparte, se la Francia torna ad essere un Paese che cresce, gli altri problemi, anche quelli di sicurezza e terrorismo, potranno essere affrontati con maggiore calma. Quindi diciamo che questo è un punto notevolmente differente rispetto alle posizioni più estreme di Le Pen. Rispetto alla sinistra è evidente che è un programma alternativo perché liberista, però si avvicina anche ad esempio a quello di Macron che proprio dal governo di sinistra di Valls è uscito da poco per formare il proprio partito “In marcia”.

D. - Quindi quali prospettive si aprono per le elezioni presidenziali di aprile prossimo? Avremo uno scenario simile a quello del 2002, quando la sinistra votò in massa Chirac per non far vincere Le Pen padre?

R. - Il fatto stesso che Fillon si posizioni in un segmento di destra moderata, potrebbe far sì che ovviamente su di lui convergano nel secondo turno i voti dei moderati e di una parte della sinistra. Ma per quello che è accaduto con la Brexit e con l’elezione di Trump sarei molto cauto nel pensare che quello che è successo con Le Pen padre possa succedere con la figlia, cioè che il centro e la sinistra si coalizzino al secondo turno per evitare l’elezione di Le Pen. Le Pen figlia è diversa da Le Pen padre, ma soprattutto la Francia di oggi è diversa. Quindi questi parallelismi abbastanza semplici non dovrebbero più essere fatti perché veramente la situazione è molto diversa e anche al secondo turno non si può dare per scontato che Le Pen non ce la possa fare.

D. - Nel contesto europeo si vanno affermando di movimenti cosiddetti populisti, sovranisti. Che ripercussioni ci possono essere dal voto francese nel resto dell’Europa?

R. - Il 2017 è sicuramente un anno cruciale perché in attesa di capire quello che succederà in Italia, si vota in Francia e in Germania, quindi nei due Paesi principali. In Germania la situazione sembra un po’ più chiara, soprattutto dopo l’ufficializzazione della ricandidatura da parte della Merkel; è molto probabile che la Germania vada verso una nuova grande coalizione. Per quanto riguarda la Francia - come abbiamo detto prima - ci sono dei punti di domanda, però è evidente che in questi due Paesi se c’è un segnale di stabilità in cui i partiti tradizionali tengono ancora, questo avrebbe ovviamente un effetto positivo anche sugli altri Paesi e sulla crescita dei movimenti populisti anche negli altri Paesi europei.








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