2016-11-29 15:04:00

Referendum, Roccella: votare No contro una riforma mal fatta


Il fronte del No contesta la tesi secondo cui con questa riforma si avrebbe un iter delle leggi più veloce. Alessandro Guarasci ha sentito Eugenia Roccella, parlamentare di Idea

R. – In questa legislatura abbiamo fatto una legge ogni 5 giorni. Siamo il Paese in Europa che fa più leggi in assoluto. Abbiamo un problema di complicazioni burocratiche pazzesco e il nostro problema è delegificare, quindi fare meno leggi, migliori. Quindi in questo senso la seconda Camera può essere - ed  è stata tantissime volte – un correttivo rispetto a leggi fatte male, fatte in fretta.

D. – Ma voi ne fate anche una questione di metodo?

R. – Facevo parte di questa maggioranza. Sono uscita proprio per come è stata condotta tutta la procedura di approvazione di questa riforma. E non si può continuare, dopo altri errori nel passato, fatti da destra e da sinistra, a fare riforme della Costituzione così ambiziose - non una “riformina”! - senza una maggioranza larga.

D. – Secondo lei l’alternativa quale poteva essere, un’assemblea costituente? Perché insomma i passaggi parlamentari ci sono stati…

R. – Sì, ma sono stati ricchissimi di forzature, non è mai stata tentata una larga condivisione. Mentre io ricordo che in questa riforma - a parte la legge elettorale votata con la fiducia, ma è una cosa collaterale rispetto a quella di cui parliamo - il punto importante è la foto finale del voto finale di questa riforma, con l’aula vuota: il banco del governo pieno - c’era tutto il governo, c’era la maggioranza che lo sosteneva - ma l’aula vuota perché l’opposizione è uscita dall’aula. Non si può tirare la corda fino ad arrivare a questo punto.

D.  – C’è un modo per dirimere, al di là di questa riforma, i continui conflitti tra Stato centrale e regioni? Perché un tema importante di questa riforma è anche questo…

R. – Certo. A parte il fatto che ormai la giurisprudenza aveva praticamente quasi esaurito i quesiti intorno a quella cattiva riforma del titolo quinto fatta con lo stesso criterio dalla sinistra. Nel 2001 è stata fatta votandola solo dalla sinistra, affrettatamente, per sollecitare qualche voto leghista alla sinistra, sostanzialmente. Quindi una riforma fatta male che oggi dobbiamo correggere. E con questa riforma sarebbe altrettanto. Il problema è che dal federalismo si esce con correttivi del federalismo, non con la centralizzazione. Questo governo, la visione di Renzi è una visione centralista mentre invece il federalismo deve essere arricchito di correttivi. Ma si esce dagli sbagli di un federalismo fatto male correggendoli, non accentrando.








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