2016-11-29 13:04:00

Vescovi Slovacchia: no a ratifica Convenzione di Istanbul


I vescovi slovacchi chiedono al Governo di non ratificare la Convenzione di Instanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e quella domestica. Secondo l’episcopato, il trattato adottato nel 2011 dal Consiglio d'Europa è ispirato all’ideologia di genere che contrasta “con l’esperienza umana e con il buon senso”. In questo senso si esprime in una nota il presidente della Conferenza episcopale, mons. Stanislav Zvolenský.

A rischio diritti fondamentali, come la libertà religiosa e di educazione
Composta di 81 articoli, la Convenzione individua una serie di nuove tipologie di reato, quali le mutilazioni genitali femminili, il matrimonio forzato, gli atti persecutori (stalking), l’aborto forzato e la sterilizzazione forzata, descrivendo la violenza contro le donne come una “manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi”. Il problema – afferma mons. Zvolenský - è che insieme al principio condivisibile della protezione delle donne dalla violenza, il testo introduce altre istanze che sono invece “inaccettabili” e che interferiscono con altri diritti fondamentali, come la libertà religiosa e di educazione.

La distinzione tra “genere” e sesso biologico contraria al buon senso
A destare le obiezioni dell’episcopato slovacco è in particolare la distinzione tra “genere”, inteso come un insieme di “ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini” e sesso biologico (art.3). Questa distinzione è “basata sull’assunto che ogni persona nasce ‘neutra’ e che la mascolinità, la femminilità e altri generi sono il frutto dell’educazione, delle circostanze sociali e di scelte personali”. Un’idea che, sottolinea mons. Zvolenský, “contradice l’’esperienza umana e il buon senso”. L’applicazione della Convenzione, aggiunge, rischia di “violare la libertà di educazione dei genitori e quella religiosa”, dal momento che impegna gli Stati contraenti a intraprendere le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi e i ruoli di genere non stereotipati.  

Non cedere alle pressioni internazionali per la ratifica della Convenzione
“Il peso dell’ideologia in un documento di così grande importanza è controproducente”, afferma in conclusione il presidente dei vescovi slovacchi. Di qui l’appello al Governo di Bratislava a non cedere alle pressioni internazionali per la sua ratifica e ad opporsi alla sua adozione anche  presso le istituzioni europee. (A cura di Lisa Zengarini)








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