2016-11-30 11:30:00

Arquata del Tronto: inaugurata nuova scuola prefabbricata


“Sarà un Natale difficile” per chi vive nei comuni del Centro Italia colpiti dal sisma, ma non smettiamo un attimo di lavorare. Lo ha detto il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, durante il Forum Agi 'Viva l'Italia', annunciando l’arrivo ad Amatrice di 25 casette entro dicembre. Il percorso di ricostruzione - ha aggiunto - c'è, ma è lungo e “ognuno deve fare la sua parte".

Ad oggi sono circa 17.500 le persone assistite dalla Protezione civile in seguito alle forti scosse del 24 agosto, del 26 ottobre e del 30 ottobre. Finora, tramite sms al numero solidale 45500, sono stati donati quasi 19 milioni e mezzo di euro. Nel pomeriggio il premier Matteo Renzi sarà a Macerata e ad Ancona per incontrare i sindaci e gli amministratori locali dei comuni colpiti.

Intanto il terremoto non dà tregua all'Italia: la scossa più forte, di magnitudo 4.4 ieri pomeriggio nell'aquilano, ma un’altra di 3.6 era stata registrata nella notte precedente tra Marche, Lazio e Umbria con epicentro a 5 chilometri da Arquata del Tronto. Inoltre una scossa di magnitudo 3.7 è stata registrata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in provincia di Reggio Emilia alle 6:52 di oggi.

La prima neve non ha intanto fermato ieri ad Arquata la festa di inaugurazione di una scuola prefabbricata, capace di accogliere cento alunni, donata dalla Fondazione Rava di Torino e da diverse altre organizzazioni. Adriana Masotti ha sentito Michele Franchi, vicesindaco della località marchigiana:

R. - È stata un’inaugurazione immersa nella coltre bianca della neve che scendeva piano piano; è stato un segnale di speranza per la nostra popolazione, per i nostri bambini e per le nostre famiglie che in futuro torneranno ad Arquata del Tronto. Il terremoto del 30 ottobre è stato quello che purtroppo ha fatto trasferire tutti quanti sulla costa, perché dopo il 30 abbiamo dovuto evacuare tutte le frazioni anche quelle che erano parzialmente agibili. Abbiamo completato la scuola in tempi brevissimi: il 15 novembre era pronta, ma l’abbiamo inaugurata senza fretta perché i bambini, purtroppo, in questo momento sono a San Benedetto a studiare. Però è un segno di speranza il fatto che questa scuola ora è disponibile, è pronta, è accogliente.

D. - Quindi è un locale che verrà utilizzato quando le famiglie con i bambini torneranno ad Arquata …

R. - Sì, ma questo è un “piccolo incidente” di percorso. Noi vogliamo comunque continuare a sperare. Voglio ricordare una cosa, visto che sto parlando con voi: l’incontro che abbiamo avuto il 4 ottobre con Sua Santità che è venuto a trovarci sotto la tensostruttura e ci aveva dato coraggio e portato un messaggio di forza per le popolazioni colpite, per le nostre vittime e ci aveva detto di andare avanti nonostante tutto. Noi  teniamo presente il messaggio anche oggi; lo portiamo sempre nel nostro cuore, perché la scuola di oggi è un segnale per il futuro. Se i bambini inizieranno a frequentarla a maggio, a giugno o a inizio anno non importa: la cosa importante è che ci andranno. Ora c’è un velo di tristezza, perché i bambini sono venuti a di inaugurarla però torneranno a scuola a San Benedetto non sappiamo fino a quando. Però è anche un segnale forte per dire che in futuro ci siamo e ci saremo.

D. - Quali piani si stanno facendo per permettere il rientro il prima possibile delle famiglie?

R. - I piani per far sì che le famiglie tornino ad Arquata del Tronto sono questi: prima di tutto iniziare con le nuove verifiche di agibilità delle case, degli edifici che, durante il primo terremoto, sono stati classificati come “agibili” e “parzialmente agibili”, così da vedere la quantità di casette effettive di cui abbiamo bisogno. Le aree sono già state individuate e sono state ampliate in attesa di queste nuove strutture; poi ripartiremo dalle case che sono agibili. Dobbiamo fare il possibile per mettere in sicurezza le case inagibili, che rendono "inagibilità indotta" a quelle abitazioni che sono ancora abitabili; speriamo che a primavera potremo avere casette e case agibili ad Arquata. Ripartiamo piano piano, ma siamo sicuri che a primavera o inizio estate ad Arquata ci saremo, anche durante la notte.

D. - Quante casette pensate di allestire? E quando dice “casette”, cosa intende?

R. - Le casette sono i moduli abitativi provvisori. Sono casette in legno, alcune in acciaio. Qui ad Arquata è stata scelta la struttura in legno. Diciamo che qui, prima della scossa del 30 ottobre, avevamo bisogno di circa 150 casette. Adesso il numero è aumentato, però stiamo anche valutando altre opzioni, perché molte persone hanno deciso di aspettare la ricostruzione della casa. Comunque il numero si attesta intorno alle 220 casette. Noi abbiamo speranza e non molliamo: vogliamo essere fiduciosi, speranzosi di poter tornare nel nostro territorio. Sconfiggeremo anche questo "mostro"… piano, piano.








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