2016-12-01 15:01:00

Clima: aumenta il numero di migranti ambientali e sfollati


Per “migranti ambientali” si intendono quelle persone costrette a fuggire dalle loro case a causa dei cambiamenti climatici e dei disastri ambientali. Un fenomeno in aumento e fuori dal sistema di protezione internazionale. Il tema viene affrontato dalla Conferenza internazionale “The Path”, organizzata a Roma dalla Pontificia Università Lateranense con la collaborazione di Azione Cattolica, Caritas Italia e Legambiente. Il servizio di Michele Raviart:

Si stima che nel mondo i migranti ambientali siano superiori per numero e intensità ai profughi di guerra. Secondo uno studio norvegese lo scorso anno gli sfollati a causa di un disastro naturale sono stati quasi venti milioni, a fronte di otto milioni e mezzo di persone fuggite per violenze e conflitti. Un fenomeno che dal 2008 al 2015 ha coinvolto oltre duecento milioni di civili, come spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico dell’organizzazione ambientalista “Kyoto Club”:

“E’ un fenomeno effettivamente destinato ad aumentare notevolmente, siamo nell’ordine del centinaio di milioni di persone che dovranno emigrare o per problemi di desertificazione o per l’innalzamento del livello degli oceani. I Paesi che più soffrono di questi rischi impongono questo tema, a cominciare da quelli che rischiano per primi, per esempio le piccole isole del Pacifico che rischiano di scomparire. In questo momento i riflettori sono poi puntati sulla guerra in Siria perché sappiamo che prima della guerra ci sono stati 4 anni di siccità molto grave che hanno portato molti contadini a lasciare le campagne per andare a rifugiarsi nelle città. Ecco, questo ha creato delle tensioni sociali che poi hanno contribuito ad alimentare la guerra che è in atto”.

Per l’Organizzazione mondiale delle migrazioni, nel 2014 la probabilità di essere sfollati per questioni ambientali è superiore del 60% rispetto a 40 anni fa. Una correlazione, quella tra cambiamenti climatici e migrazioni, denunciata anche da Papa Francesco e che comincia ad essere in agenda nelle conferenze internazionali sul clima, l’ultima conclusa pochi giorni fa a Marrakech. Mons. Enrico Dal Covolo, magnifico rettore della Pontificia Università Lateranense:

“Decisivo quasi come se fosse un libro di testo è la Laudato si', l’Enciclica di Papa Francesco. Perché il Papa, dando grande rilievo al fenomeno dei cambiamenti climatici, fornisce le indicazioni fondamentali per superare questa crisi sia del clima sia dei fatti migratori legati al clima come problema globale, con gravi indicazioni ambientali sociali economiche, distributive e politiche. Quello che mi dà molta speranza è il fatto che se ne parli molto anche in ambienti accademici, cioè ad alto livello di ricerca e di studio”.

Sempre nella Laudato si' Papa Francesco scrive infatti che “la stessa logica che rende difficile prendere decisioni drastiche per invertire la tendenza al riscaldamento globale è quella che non permette di realizzare l’obiettivo di sradicare la povertà”. Inoltre, i migranti ambientali non rientrano nelle figure tutelate dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Si chiede quindi una revisione complessiva del diritto d’asilo, per un fenomeno che potrà coinvolgere entro il 2050 anche 350 milioni di persone.








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