2016-12-01 12:19:00

Fondi Ue per ricostruire zone terremotate. Boccardo: buona notizia


La Commissione europea propone di finanziare totalmente le operazioni di ricostruzione legate al terremoto nel Centro Italia nell'ambito dei programmi dei fondi strutturali. Lo ha detto il commissario europeo alle Politiche regionali Corina Cretu intervenendo in un dibattito al Parlamento europeo. Bruxelles propone di modificare il regolamento sulla politica di coesione 2014-2020 e introdurre la possibilità di finanziare totalmente la ricostruzione, compreso il restauro del patrimonio culturale, col Fondo europeo di sviluppo regionale.  Da parte sua il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha detto: "È nostro dovere di europei restare a fianco dell'Italia e dei suoi cittadini, che in questi momenti difficili stanno dando prova di un coraggio straordinario, per aiutarli a superare il prima possibile le conseguenze dei terremoti e a ricostruire completamente le aree danneggiate. La ricostruzione della bellissima Basilica di San Benedetto a Norcia con l'aiuto dei fondi Ue sarà un simbolo duraturo della solidarietà europea e della capacità di riprendersi del popolo italiano". Da Bruxelles è previsto l’arrivo di una prima tranche dei fondi di solidarietà entro una settimana, 30 milioni di euro, l'importo più alto versato a titolo di anticipo. Clarissa Guerrieri ha raccolto il commento di mons. Renato Boccardo, vescovo di Norcia:

R. – Fino ad ora, io non ho nessuna notizia se non quelle della stampa; ho sentito del proposito dell’Unione Europea di sostenere la ricostruzione e dunque anche della Basilica di San Benedetto. E’ una buona notizia, sicuramente. Adesso bisogna vedere concretamente come questi propositi si realizzeranno. Senza dimenticare che l’urgenza è quella di dare una casa alle persone sfollate.

D. – Che cosa pensa dell’iniziativa della Commissione europea?

R. – Che la Commissione europea metta a disposizione dell’Italia dei fondi dal fondo di solidarietà per la ricostruzione è sicuramente un segno particolarmente positivo ed è quello della solidarietà che unisce i popoli dell’Europa che così mettono in atto quello che è il vero patrimonio comune del continente, cioè la visione dell’uomo e della società che si ispira a quei criteri che devono stare necessariamente alla base della vita comune: l’accoglienza, la solidarietà, la sensibilità nei confronti di chi è nella difficoltà e nel bisogno, la promozione del bene comune.

D. – Ha fiducia nella data di arrivo della prima donazione prevista entro una settimana?

R. – E’ difficile rispondere: questa donazione, dove arriverà? A chi arriverà? Come verrà gestita? Con quali criteri di base sarà utilizzata per la ricostruzione? Sono domande legittime che non tolgono nulla all’apprezzamento e alla fiducia nei confronti di questi gesto così significativo, ma che attendono risposte efficaci e urgenti, nel senso che l’inverno ormai non soltanto è alle porte ma è arrivato, il freddo si fa sentire e questa gente non può continuare a vivere sotto le tende in una situazione di precarietà e di incertezza, aggravati adesso anche dal clima deteriore.

D. – La gente cosa pensa di quello che è stato deciso a Bruxelles?

R. – C’è grande apprezzamento e una grande attesa. Ogni gesto di solidarietà e di buona volontà è accolto a braccia aperte ed è benvenuto.

D. – Come stanno vivendo questo periodo tanto delicato e tanto particolare i terremotati?

R. – Questa è la grande questione: è gente che ormai da tre mesi deve convivere quotidianamente – giorno e notte – con le scosse del terremoto, e dunque oltre a vedere le case danneggiate che si danneggiano sempre di più – perché ogni scossa aggrava la situazione – è gente che vive continuamente in una situazione di precarietà. E’ urgente trovare soluzioni che garantiscano stabilità e dignità alla vita quotidiana.

D. – Prevede il ritorno a una normalità per la vita di queste popolazioni?

R. – Io lo spero! Se ci sarà, richiederà tanto tempo e tanta buona volontà e tanta responsabilità da parte di tutti. Per ritornare alla normalità abbiamo bisogno di tutti questi elementi.

D. – Restando in tema di fede, come mai – secondo lei – è stata scelta come punto di partenza della ricostruzione proprio la Basilica di Norcia?

R. – Io credo che la Basilica di San Benedetto rimanga ad ogni livello un punto di riferimento, per il contributo che l’ideale benedettino ha dato all’edificazione dell’Europa. Ora, certo, i muri ricordano un luogo; l’importante è non perdere l’ispirazione, cioè il messaggio di Benedetto, il suo umanesimo cristiano, il suo modo di considerare la vita della società. Io credo che questa sensibilità che si raccoglie attorno alla facciata della Basilica, perché è l’unica parte della Basilica che rimane in piedi, dice questa eredità culturale e spirituale dell’Europa. Senza dimenticare, però, che i muri non sono i custodi della spiritualità e del messaggio benedettini: lo sono le persone. E dunque tocca a tutti noi, eredi di questo grande patrimonio, mantenerlo vivo e far sì che continui a portar frutto.








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