Ribadire pacificamente i principi di tolleranza, amore, unità nella diversità, accoglienza dell'altro, legalità, pace: con questo spirito, indossando fasce rosse e bianche (colori nazionali dell'Indonesia) milioni di cittadini in tutto il Paese, fedeli appartenenti a tutte le comunità religiose, hanno simbolicamente condiviso ieri una grande "preghiera per l'unità" e sono scesi in piazza per lanciare un messaggio di pace. L’iniziativa giunge due giorni prima della nuova manifestazione, indetta da gruppi radicali islamici, che chiedono al governo e alla magistratura di arrestare il governatore cristiano di Giacarta, Basuki Tjahaja Purnama, detto “Ahok”, accusato di presunta blasfemia.
Hanno partecipato molti leader religiosi della Chiesa cattolica
Attivisti, leader religiosi, artisti, musicisti, funzionari pubblici, studenti, capi
militari e rappresentanti della comunità cristiana (sacerdoti, religiosi e laici)
si sono uniti alla manifestazione. Come riferisce l'agenzia Fides, hanno partecipato molti
leader religiosi della Chiesa cattolica. “Indossiamo fasce rosse e bianche e preghiamo
per la pace in Indonesia” ha detto il Generale Gatot Nurmantyo, tra gli organizzatori
della manifestazione, durante un corteo che ha attraversato il centro di Giacarta,
proprio negli stessi luoghi che domani, vedranno sfilare i gruppi radicali. La manifestazione
è stata punteggiata da preghiere, canti, danze, discorsi, tutti centrati sul tema
“unità nella diversità” e sull’urgenza di costruire la pace e il bene del Paese.
Preoccupazione della Chiesa per l'unità della nazione
Mons. Agustinus Tri Budi Utomo, vicario generale della diocesi di Surabaya, capitale
della provincia di East Java, nota a Fides che “la Chiesa cattolica esprime preoccupazione
per l'unità della nazione, e conferma il sostegno alla Costituzione e ai principi
della democrazia”. A Surabaya, dove sono scese in strada circa 10mila persone, vi
erano molti fedeli cristiani nel corteo. “Bisogna essere forti e liberi dalla paura,
di fronte alla verità e alla giustizia” nota il vicario.
Il corteo un test per il consolidamento della democrazia in Indonesia
Riconoscendo la presenza di numerosi cattolici, padre Budi Utomo ha spiegato che l’esperimento
di questo corteo, diffuso capillarmente in tutto il territorio nazionale, “è interessante
per testare il consolidamento della democrazia in Indonesia e la consapevolezza di
questi valori nella vita della popolazione indonesiana. La gente ha confermato il
proprio sostegno all'esercito e alla polizia, per salvaguardare il Paese”.
Il corteo si è chiuso con una preghiera comune
A Bandung, capitale della provincia di West Java, le persone in strada erano 15mila.
Il corteo si è chiuso con una preghiera comune guidata da sei leader religiosi, in
rappresentanza di confucianesimo, induismo, buddismo, protestantesimo, cattolicesimo
e islam. Tutti hanno pregato per l'unità della nazione. Parlando a Fides, il vicario
generale della diocesi di Bandung, padre Yustinus Hilman Pudjiatmoko, ha ricordato
le parole di una canzone ascoltata al corteo che invitava a “costruire l’anima e il
corpo della grande Indonesia” (P.A.- P.P.)
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