2016-12-02 13:38:00

Le verità nascoste dell'arte vaticana nel libro di De Luca


“Anche i muri parlano, per chi li sa ascoltare”, così il restauratore Maurizio De Luca alla presentazione del suo libro: “Verità nascoste sui Muri dei Maestri” (Edizioni Artemide). La pubblicazione racconta i segreti delle pitture di Michelangelo, Raffaello e degli altri grandi pittori che hanno impreziosito il Vaticano con le loro opere. La presentazione, avvenuta in un’affollatissima sala conferenze dei Musei Vaticani, si è conclusa con la visita alla cappella Paolina, restaurata proprio sotto la guida di De Luca. Il servizio di Eugenio Murrali:

“Quod vidi scripsi”, “Ho scritto quel che ho visto”. E Maurizio De Luca lo ha visto con gli occhi dell’esperienza, gli occhi di un restauratore che per decenni ha dialogato con i grandi artisti della pittura. Nella Cappella Sistina, per esempio, ha potuto verificare quanto il Vasari raccontava sulle dorature dell’artista Cosimo Rosselli, che tanto piacquero a Papa Sisto IV, il quale costrinse poi Perugino, Ghirlandaio e Botticelli a intervenire sul loro lavoro, riempiendo tutto d’oro. Spiega Maurizio De Luca:

“Bisogna sapere dove guardare, come guardare. E avere la conoscenza della tecnica per poterli poi interpretare questi segni, perché viene tutto quanto dalla tecnica. Lei immagini il muro dell’intonaco dell’affresco è come una scatola nera: lascia tracce di ciò che avviene. Non come le altre tecniche nel dipinto su tela o su tavola, in cui è più difficile trovare queste tracce. Un muro, essendo molle, lascia impressi tutti quei segnali che poi noi possiamo interpretare. Ecco perché io li chiamo 'documenti da muro' ".

Molte le scoperte di De Luca, che si sofferma , per esempio sull’Appartamento Borgia e spiega come Pintoricchio dovette lavorare con molti materiali per accontentare Alessandro VI. L’affresco. L’intonaco, il muro nel loro ruolo di documenti storici, dunque, e testimoni del tempo che su di essi ha agito, Osserva Antonio Paolucci:

“Il tempo è pittore. Anche i rifacimenti, anche i degradi nel tempo acquistano una loro coerenza unitaria. Uno deve stare molto attento per non sciupare quell’armonia che prima in qualche modo c’era e che dopo può essere devastata per sempre. E così si è fatto nella Cappella Paolina: trattare Michelangelo per ultimo, in modo che uscisse dalla pulitura perfettamente omologato, perfettamente coerente, con tutto quello che lo circondava. E’ stata questa l’idea giusta che ha guidato il nostro intervento e di cui poi parla Maurizio De Luca, riferendosi anche alle scoperte che ha fatto in questa occasione: scoprire – per esempio – come i chiodi della Crocefissione siano rifacimenti successivi, fatti per omogenizzate l’iconografia di San Pietro in Croce, che dove essere simile a tutti i San Pietro crocifissi che esistono nell’iconografia cristiana”. Un San Pietro la cui testa, secondo De Luca, è frutto di un ripensamento di Michelangelo, che volle fare un omaggio al defunto Paolo III Farnese. Il volto di San Paolo, sulla parete opposta, sarebbe, invece, un autoritratto di Michelangelo, a giudizio di Papa Ratzinger, che ha visitato ben tre volte la Cappella Paolina durante i restauri: “La sua presenza è stata una delle emozioni più belle della mia carriera”, afferma De Luca. Dal suo libro emerge questo rapporto privilegiato che il restauratore vive con l’opera d’arte, con i suoi creatori, verso i quali ha rispetto, ma anche confidenza, complicità. Osserva lo storico dell’Arte Claudio Strinati:

“I restauratori hanno il privilegio di poter fare questo: il corpo a corpo con l’opera d’arte. La dimensione fisica è il veicolo dell’approdo alla cognizione speculativa, etica ed estetica. E questo avviene particolarmente a noi che siamo formati nella cultura cattolica. E’ così profondamente radicato questo pensiero per cui l’arte figurativa è veicolo di spiritualità e scala verso il cielo; è cognizione del sé, che è nel contempo il divino”.

La conferenza è stata anche un momento di particolare emozione per il Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, che tra pochi giorni lascerà la guida a Barbara Jatta.








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