2016-12-03 13:55:00

Austria al voto per le presidenziali: Hofer primo nei sondaggi


Questa domenica l’Austria torna al voto per il ballottaggio delle presidenziali tra il candidato dei verdi, Alexander Van der Bellen, e quello della destra nazionalista del Partito della Libertà Austriaco (Fpö) Norbert Hofer. Il secondo turno si era già svolto il 22 maggio scorso ma era stato annullato a giugno per le irregolarità sul voto per posta, che aveva influito sulla vittoria, per una manciata di preferenze, di  Van der Bellen. Il capo dello Stato austriaco ha dei poteri limitati, ma la comunità internazionale guarda con grande interesse al risultato. Marco Guerra ne ha parlato con la giornalista austriaca corrispondente da Roma per diverse testate, Irene Mayer:

R. – Gli ultimi sondaggi danno in vantaggio il candidato della Destra, Norbert Hofer, ma al momento sembra che ci sarà un testa a testa tra i due candidati. C’è grande incertezza riguardo i risultati, anche se comunque gli ultimi sondaggi lo danno in lieve vantaggio. In ogni caso, c’è da aspettarsi che nessuno dei due candidati otterrà una vittoria netta.

R. – Ricordiamo un po’ le proposte dei due candidati, Van der Bellen e Hofer: perché l’Austria si è divisa su queste due figure?

R. – Perché sono proprio l’esatto opposto, sia come carattere sia come orientamento politico e valori. Sono persone che hanno tra loro grandissime differenze: Hofer è il rappresentante del partito Fpö, il Partito dell’estrema Destra, paragonabile al Front National in Francia. Anche se da fuori, nei dibattiti, si presenta come il “buon padre di famiglia”, c’è stato invece un lato della sua campagna elettorale molto aggressivo, dove si andava sempre alla ricerca del colpevole; e i colpevoli per l’estrema destra sono i migranti. Lui ha fatto una campagna contro gli stranieri. L’altro invece, Van der Bellen, è un professore di economia, con un lungo passato politico nel Partito dei Verdi. Anche lui ha fatto molte concessioni e diciamo che non può più dirsi un rappresentante soltanto della sinistra o del Partito dei Verdi, perché anche lui cerca di allargare il suo elettorato, pescando persino tra i democristiani.

D. – Ricordiamo che si vota per la presidenza della Repubblica. Che poteri ha il capo dello Stato e come può influire sull’azione del governo? Può spostare l’Austria su posizioni o su altre?

R. – Sì, il fatto reale è che Hofer ha lanciato delle minacce, affermando, durante la prima campagna elettorale, che lui è molto insoddisfatto dell’attuale governo e che se continua così lo farà dimettere. Entrando nei dettagli giuridici, il presidente ha la possibilità infatti di far dimettere un governo. È vero però che il presidente è piuttosto una figura rappresentativa e non entra tanto nella politica attuale del Paese.

D. – I media di tutto il mondo infatti continuano a soffermarsi sul candidato della Destra nazionalista, Norbert Hofer. Anche in Austria ci sono le ansie del cittadino comune, spaventato da globalizzazione e migrazioni…

R. – Sì, certo. C’è una grande insicurezza economica e c’è anche la paura della globalizzazione. Quindi è una situazione in cui è facile avere la tentazione di cercare un colpevole. E il colpevole spesso è il più debole: in questo caso sono i profughi. La paura è molto forte, soprattutto in zone e regioni dove gli stranieri non ci sono. Chi entra nella realtà e va a conoscere gli stranieri, la paura diminuisce.

D. – C’è anche uno scontro con Bruxelles e una disillusione che vediamo in tutta Europa sulle politiche dell’Unione?

R. – Sì, c’è anche questo chiaramente, ma ha un’influenza minore.








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