Giornata di silenzio elettorale in vista del referendum costituzionale. Si vota domani dalle 7 alle 23. Ieri gli ultimi appelli. Per il premier segretario del Pd Renzi con il sì l’Italia sarebbe più snella e più forte in Europa. Per i leader di 5 Stelle, Forza Italia e Lega - Grillo, Berlusconi e Salvini - questa riforma è una minaccia per la democrazia. Servizio di Giampiero Guadagni:
Sono poco più di 50 milioni gli italiani chiamati ad approvare o bocciare la riforma costituzionale. In questa cifra vanno compresi i quattro milioni di elettori residenti all’estero, che hanno già votato. L’affluenza pare sia stata buona, ma il fronte del No teme brogli e preannuncia un controllo dello spoglio particolarmente attento. Per questo referendum confermativo non serve il quorum: l’esito è dunque valido qualunque sarà la percentuale dei votanti. Tra i punti cardine della riforma oggetto della consultazione: la fine del cosiddetto bicameralismo paritario. Finora Camera e Senato hanno avuto gli stessi compiti; se vince il sì solo la Camera voterà la fiducia . Il Senato avrà competenza legislativa piena solo su riforme e leggi costituzionali. E passerà da 315 a 100 membri: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e cinque senatori a vita. Palazzo Madama diventerebbe così una Camera delle Autonomie. Sono abolite le materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni: tornano allo Stato competenze come sanità, energia, infrastrutture e turismo. Vengono poi cancellati Province e Cnel.
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