2016-12-05 14:23:00

Austria: Van der Bellen è il nuovo Presidente. Vince linea europeista


Alexander Van der Bellen è il nuovo Presidente dell’Austria. Con oltre il 53% dei consensi, il candidato dei Verdi ha sconfitto al ballottaggio presidenziale Norbert Hofer, leader della destra ultranazionalista. "Voglio essere il presidente di tutti gli austriaci. Porgo la mano anche agli elettori di Hofer”, ha detto il nuovo Presidente che ha poi confermato una linea filo-europeista. Quella di ieri è stata la ripetizione del ballottaggio del 23 maggio scorso che Van der Bellen aveva già vinto per soli 30 mila voti, ma che era stato poi annullato per irregolarità procedurali nello spoglio dei voti per corrispondenza. Per un commento sul voto, Marco Guerra ha sentito Micaela Taroni, corrispondente in Italia per Apa, la maggiore agenzia di stampa austriaca:

R. – Gli austriaci hanno sentito un effetto Trump al contrario, nel senso che dopo i grandi terremoti politici negli Stati Uniti con l’elezione di Trump e la Brexit in Gran Bretagna, forse, gli austriaci hanno un po’ avuto paura di un cambiamento troppo radicale e hanno preferito puntare sulla stabilità, comunque sui buoni rapporti con Bruxelles, come li garantisce il verde Van der Bellen, che comunque ha puntato tutta la sua campagna elettorale sulla necessità di un’Austria che, nonostante il forte problema degli immigrati, rimanga comunque aperta e capace di integrazione.

D.  – Quali sono le sfide che adesso spettano a Van der Bellen? C’è l’occupazione, c’è la crisi dei migranti… Quali sono i temi in cima all’agenda del Presidente?

R. – Intanto, sicuramente, cercare di ricucire i rapporti tra i vari gruppi politici. Diciamo che questa campagna elettorale che è durata mesi e mesi, ha spaccato l’opinione politica austriaca. Adesso si tratta di riconquistare la fiducia dell’elettorato più conservatore e anche più di destra che aveva votato in massa Hofer. Sicuramente il tema degli immigrati è un tema che andrà  continuamente affrontato e monitorato, come quello dell’economia. Infatti, sebbene l’Austria abbia un’economia solida, strettamente agganciata alla locomotiva tedesca, è innegabile che anche in questo Paese problemi come la disoccupazione e le prospettive economiche abbastanza incerte siano comunque un tema che preoccupa l’opinione pubblica. Tuttavia, dobbiamo ricordare che l’incarico del Presidente è  come in Italia piuttosto rappresentativo: non ha le competenze di un premier, quindi Van der Bellen avrà incarichi di indirizzo politico ma non veramente operativi ed esecutivi.

D. – Hofer, l’Fpö, il partito che guida, comunque, hanno ottenuto un risultato impensabile fino a qualche anno fa… In vista delle politiche del 2018 restano in corsa?

R. – Sì, assolutamente. Hofer si è dato molto da fare durante questa campagna elettorale per togliersi un po’ la nomea dell’estremista di destra, come lo accusano di essere, soprattutto molti partiti tradizionali, anche a Bruxelles. In realtà si è dato molto da fare per portare avanti una campagna tutto sommato dai toni moderati in cui, naturalmente, il discorso di un maggiore controllo delle frontiere era sicuramente in preminenza ma allo stesso tempo si è impegnato per assicurare che non ci sarebbe stata l’uscita dell’Austria dall’Unione Europea. E’ riuscito con questi toni più moderati a far breccia in una buona parte dell’elettorato conservatore di destra.

D. – C’è una ricerca di stabilità in Austria?

R.  – Sì, direi di sì. La paura di un salto nel buio ha spinto la maggioranza degli austriaci a votare per la stabilità. Possiamo dire che mentre gli italiani hanno deciso un po’ di fare un salto nel buio votando “no” e accelerando questa crisi politica e aprendo le porte a un cambiamento politico, gli austriaci hanno dimostrato di essere un po’ più conservatori e di prediligere una stabilità che Van der Bellen garantisce più che il suo rivale Hoefer.








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