2016-12-06 16:00:00

Siria: Msf in piazza per chiedere tregua umanitaria


Emergenza umanitaria sempre più grave in Siria. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha bocciato ieri la nuova risoluzione per il raggiungimento di una tregua e la creazione di corridoi umanitari. A porre il veto sono state Russia e Cina. Sempre drammatica la situazione ad Aleppo. L’organizzazione umanitaria Medici senza Frontiere lancia un nuovo accorato appello in cui si chiede la fine dei bombardamenti su civili e ospedali. Oggi manifestazione a Roma per promuovere un intervento in tal senso del governo italiano. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere:

R. – Quello che bisogna dire è che solo ad Aleppo Est 30 strutture sanitarie sono state bombardate. Delle circa 30 ambulanze ora ce ne sono 5 funzionanti e, una volta che le persone vengono raccolte dalle macerie, non si capisce bene dove possano essere portate, perché gli ospedali sono seriamente danneggiati.

D. - C’è ormai una confusione tra il conflitto e il coinvolgimento dei civili e delle strutture sanitarie. Come mai sta avvenendo questo?

R. - Per varie ragioni. La più probabile è che l’area dei bombardamenti è talmente estesa che tocca necessariamente i civili e le strutture sanitarie. È evidente che in questo momento bisognerebbe fare una pausa, tentare di evacuare i feriti che ci sono e che non vengono seguiti in questo momento; inoltre tentare di approvvigionare dal punto di vista sanitario le strutture che tentano di continuare a lavorare, perché il numero dei civili colpiti è in costante crescita: dal 23 settembre al 24 novembre ci sono stati più di 4350 feriti di cui 510 bambini, mentre ci è stato segnalato il decesso di 1060 persone tra cui 150 bambini. In questo caso parliamo solo delle persone che giungono negli ospedali in qualche modo approvvigionati da noi. Sicuramente ci sono altre vittime civili sotto le macerie e altre che vengono sepolte in un modo abbastanza rapido e non rientrano nei conteggi ufficiali. Quindi siamo in una fase drammatica e il racconto delle persone con cui lavoravamo e che continuiamo ad appoggiare diventa sempre più drammatico; viene rotto dal pianto, dalla loro disperazione. Una situazione così grave, come quella dell’ultima settimana, non si è mai vista durante l’assedio.

D. - Il “No” al Consiglio di Sicurezza a una nuova tregua e quindi alla possibilità di aprire corridoi umanitari, in che posizione sta mettendo le organizzazioni umanitarie, quindi anche Medici senza Frontiere?

R. – E’ proprio per questo motivo che questa sera, a Roma, scendiamo in piazza a Montecitorio, per pregare veramente tutte le autorità a tenere in considerazione questo fatto: non è pensabile, nemmeno durante un conflitto, che i civili soffrano così gravemente la mancanza di aiuto umanitario. Tutto questo va contro la risoluzione recente ratificata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, la n. 2286, che impegna gli Stati membri a proteggere i civili e i servizi medici di cui hanno particolare bisogno per sopravvivere. 








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