2016-12-07 13:44:00

Presidenziali in Ghana, i vescovi: voto sia pacifico e trasparente


Si svolgono oggi le elezioni presidenziali in Ghana, che vedono il presidente uscente John Dramani Mahama del partito di centro-sinista National Democratic Congress (NDC) - entrato in carica al posto di John Atta-Mills, deceduto durante il suo mandato - sfidare sei candidati, tra cui una donna, e dove il principale oppositore è l’economista Nana Akufo-Addo del liberal-conservatore New Patriotic Party (NPP). La campagna elettorale ha registrato alcune violenze, tanto che i vescovi hanno denunciato il clima politico incandescente, invitando a un voto pacifico e trasparente. Francesco Gnagni ha domandato qual è il clima del Paese a Enrico Casale, giornalista della rivista dei Padri Bianchi "Africa":

R. – Il clima generale è buono. Penso che il Paese è ormai una democrazia. Possiamo dichiarare con abbastanza tranquillità che si tratta di una democrazia affermata dell’Africa, soprattutto nell’Africa occidentale. Quindi in generale il clima è positivo. Nonostante questo clima positivo ci sono stati in questi giorni alcuni scontri pre-elettorali che hanno causato la morte di un sostenitore del principale partito di opposizione ghanese che è il Partito nazionale patriottico. Questo supporter è stato ucciso nella cittadina di Chereponi che è nel nordovest del Paese.

D. – Come esce il presidente dall’ultimo mandato?

R. – Il presidente ha dovuto affrontare una situazione un po’ difficile dal punto di vista economico. Teniamo presente che il Ghana è un Paese fondamentalmente in crescita dal punto di vista economico, cresce su buoni livelli, intorno al tre e mezzo, quattro per cento ogni anno, quindi è buono. Però, ultimamente, il presidente ha dovuto far fronte ad una debolezza dell’economia legata al rallentamento dei prezzi delle commodities. Il Ghana è esportatore soprattutto di petrolio, di gas, di oro e di cacao: tutti beni i cui prezzi sono definiti altrove e quindi il Ghana è soggetto a fluttuazioni di prezzo che non decide, sui quali non ha voce in capitolo. Questo ha portato a un elevato deficit fiscale e ad un aumento del debito pubblico. Quindi è un discreto problema dal quale però si prevede che nel 2017 possa gradualmente uscire.

D. - Si dice che le forze armate sono in allerta per eventuali manifestazioni violente: lei lo vede questo rischio?

R. – Sì, potrebbero esserci queste manifestazioni violente. Teniamo presente che come in altri Paesi dell’Africa c’è, sì, una dinamica democratica sulla quale però si inseriscono dinamiche diverse, come quelle etniche. Quindi potrebbero sorgere tensioni, come sono sorte in altri Paesi dell’Africa occidentale. Per questo motivo, probabilmente, le forze armate e in generale le forze dell’ordine sono state mobilitate.

D. - Quali sfide dovrà affrontare il nuovo presidente?

R.  – Innanzitutto la sfida dell’economia. Il Paese è un Paese ricco, in crescita, che è stato tutto sommato ben gestito nell’ambito del panorama africano, soprattutto dell’Africa occidentale. Il problema grosso è quello della ridistribuzione della ricchezza, chiaramente dei servizi, a partire dai servizi energetici. Ci sono ricorrenti problemi deficit energetici nel Paese.








All the contents on this site are copyrighted ©.