2016-12-07 13:15:00

Terremoto in Indonesia, oltre 100 vittime: gli aiuti della Caritas


Torna l’incubo terremoto in Indonesia, Sumatra è stata svegliata all’alba da una scossa di magnitudo 6.4 che ha raso al suolo abitazioni e moschee nella zona di Pidie Jaya. Secondo le prime stime, sono almeno 100 le vittime e più di 70 i feriti gravi, nel contempo la protezione civile locale è all’opera per soccorrere le persone rimaste intrappolate sotto le macerie. Il servizio di Sabrina Spagnoli:

Una scossa di magnitudo 6.4 è stata registrata a Sumatra, in Indonesia, poco dopo le 5 del mattino, ora locale, quando molti fedeli musulmani si stavano preparando a recitare le preghiere mattutine. La scossa, della durata di circa tre minuti, ha colpito la provincia di Aceh a nord dell’isola provocando il cedimento di decine di case e 6 moschee nell’area di Pidie Jaya. Stando ai dati dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e dell'agenzia geologica statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 10 km di profondità a nord di Reuleuet. Decine le persone rimaste intrappolate sotto le macerie, si contano almeno 100 morti e, tra i feriti, più di 70 sono in gravi condizioni. Secondo la protezione civile locale sono 1.500 gli operatori coinvolti negli interventi di soccorso, metà dei quali militari, che in queste ore stanno cercando di estrarre le vittime rimaste sotto i detriti. Non ci sono comunque rischi di maremoto. La costa ovest di Aceh è stata epicentro nel 2004 dell’intensa scossa di magnitudo superiore a 9 che ha causato lo tsunami in cui hanno perso la vita più di 250 mila persone. 

A descrivere l'attuale situazione a Sumatra è Matteo Amigoni, responsabile Caritas Internationalis Filippine-Indonesia, intervistato da Sabrina Spagnoli:

R.  – Ci sono morti e feriti gravi; molte case sono state distrutte.  E’ stato un sisma abbastanza circoscritto in quella zona: abbiamo visto le immagini della gente che scappava, cercando di andare nelle zone un po’ più alte, sulle colline intorno alle città. Non c’è stato un allarme tsunami, ma facevano molti paragoni con quello che era successo nel 2004, quando il terremoto aveva provocato il grande tsunami: comunque, non siamo a quel livello lì. Abbiamo sentito i nostri colleghi della Caritas nazionale indonesiana che ci hanno detto che, in queste ore, un team dalla diocesi più vicina, che è la diocesi di Medan, sta partendo via terra per andare a vedere quale sia la reale situazione e portare i primi aiuti. In Indonesia, c’è una buona collaborazione e le diocesi vicine invieranno, nei prossimi giorni, un sistema di volontari per andare ad aiutare. Adesso stanno valutando i danni per capire cosa sarà necessario fare. Sicuramente in Indonesia - e soprattutto in questa zona - sono abbastanza pronti da questo punto di vista e quindi c’è anche la presenza del governo locale. Senza dubbio, poi, quando un terremoto di questo tipo colpisce - grande o piccolo che sia - c’è molta confusione nelle prime ore. Si sta quindi cercando di capirne un po’ di più.

D. – L’Indonesia è un Paese a prevalenza musulmana: com’è il dialogo con i cristiani? Si accettano aiuti in questo momento di necessità?

R. – La nostra esperienza, da questo punto di vista, è stata sempre abbastanza positiva. Anche perché la Caritas e le Caritas diocesane, quando si presentano, non guardano il colore di nulla: né della pelle né degli occhi né di altre cose… Si porta solo l’aiuto laddove ce n'è bisogno. E questo, in Indonesia, hanno ormai imparato a riconoscerlo, soprattutto dopo la grande esperienza dello tsunami.








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