2016-12-07 12:49:00

Aleppo: governativi riconquistano città vecchia, decine di morti


Sarebbero 80mila i civili fuggiti da Aleppo est dopo un mese di offensiva e i bombardamenti continuano. Nelle ultime 24 ore almeno 50 i civili uccisi nell’avanzata governativa che ha riconquistato i quartieri prossimi alla città vecchia. Intanto i ribelli chiedono una tregua umanitaria di 5 giorni a cui Mosca finora si oppone. Bombardato anche lo scalo militare di Damasco da parte di aerei israeliani. Sulla situazione ad Aleppo, Gabriella Ceraso ha raccolto la testimonianza di mons. George Abou Khazen, vicario apostolico per i cattolici di rito latino:

R. – L’esercito regolare sta liberando molti quartieri: si tratta dei quartieri intorno alla cittadella, le vecchie cattedrali. Molti di questi luoghi sono stati dichiarati patrimonio internazionale dall’Unesco. Ma si continua a bombardare alla cieca in quartieri con strade strette in cui non passano nemmeno le automobili. Questa è sicuramente una guerra molto dura.

D. - La gente come reagisce a questa avanzata? C’è maggiore sicurezza?

R. - Le persone sono molto contente, dicono: “Speriamo di finirla”.

D. - Si parla oggi di 80mila sfollati che sarebbero fuggiti, da novembre, dalla parte di Aleppo Est. È effettivamente così la realtà?

R. - Chi aveva la possibilità di andare via è andato via. Adesso l’esercito sta richiamando di nuovo dicendo: “Oramai i vostri quartieri sono liberati, hanno tolto tutte le mine. Potete tornare a casa vostra”. Quindi molti stanno tornando a casa loro.

D. - Questo è un piccolo segnale positivo per la gente?

R. - Sicuramente, certo! Immaginate una famiglia che ha dovuto lasciare la casa, fuggire … É una cosa sicuramente positiva!

D. - Le zone ancora occupate dai cosiddetti ribelli sono poche, ma fanno una grande resistenza. Oggi c’è stata una richiesta di  tregua anche da parte di ribelli perché la gente possa uscire, soprattutto chi è più bisognoso. Che cosa vi augurate sotto questo punto di vista?

R. – Speriamo che si arrivi ad un accordo così come è successo altrove, dove gli uomini armati possono uscire, andare dove vogliono oppure fare una riconciliazione con lo Stato.

D. - Domani è la festa dell’Immacolata. Come state vivendo questa preparazione al Natale?

R. - Stiamo preparando come al solito la nostra gente ad accogliere questo avvenimento con fede e con speranza perché la nascita di un bambino è vita, è ricominciare! Speriamo che succeda questo anche per Aleppo e per altre città della Siria. Speriamo veramente che avvenga veramente!








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