2016-12-09 12:29:00

Rebus legge elettorale, riflessione del costituzionalista Ceccanti


Tra gli aspetti che dovranno affrontare le forze politiche italiane c'è la legge elettorale, per dare al Paese maggioranze stabili. Al momento ci sono due sistemi diversi per Camera e Senato. I particolari da Alessandro Guarasci:

Al momento ci sono due leggi elettorali. Alla Camera l’Italicum che prevede un sistema proporzionale, soglia di sbarramento al 3%, cento collegi plurinominali con i capilista bloccati. C’è un premio di maggioranza di 340 seggi per la lista che ha superato il 40%, in caso contrario i due partiti più votati andranno al ballottaggio. Il 24 gennaio la Consulta però si dovrebbe esprimere su alcuni aspetti dell’Italicum. Al Senato invece c’è il Consultellum, un proporzionale puro con voto di preferenza, frutto di un intervento della Corte Costituzionale sulla legge Calderoli. Ma nel caso non si riuscisse a raggiungere un accordo in Parlamento si potrebbe andare a votare in queste condizioni? Sentiamo il costituzionalista Stefano Ceccanti:

R. – Si deve sempre poter votare, anche senza un intervento del parlamento in carica, perché altrimenti se ci fosse l’idea teorica di un vuoto e fosse necessario l’intervento del parlamento, questo potrebbe bloccare le elezioni e sopravvivere in eterno. In questo momento si andrebbe a votare con la legge "Italicum" per la Camera dei deputati, anche se è pendente un giudizio di fronte alla Corte Costituzionale, e si andrebbe a votare con il cosiddetto “Consultellum” al Senato, che scaturisce dalla sentenza della Corte. Lì, in teoria, ci sarebbe, un piccolo buco perché la Corte ha inserito la preferenza unica e occorrerebbe fare un decreto legge per colmare questo vuoto, ma sarebbe perfettamente legittimo perché la legge deve essere sempre operativa.

D. - Però non rischiamo un periodo di ingovernabilità? Avremmo due leggi elettorali completamente differenti …

R. - Si deve sempre poter votare, un altro conto è se sia opportuno votare. Ovviamente sarebbe opportuno votare nel momento in cui le due leggi fossero spinte a convergere, se non ad essere addirittura identiche. Dobbiamo però capire una cosa: il fatto che le leggi siano molto simili o identiche, è una garanzia di razionalità del sistema, perché tutte e due le Camere a questo punto, dopo il referendum, devono dare la fiducia al governo. Ma che esca fuori dalle urne un risultato coerente in ambedue le camere può anche non accadere, nel senso che i giovani tra i 18 e i 25 anni votano solo alla Camera; anche con una legge identica possono uscire maggioranze diverse. Infine con legge a base proporzionale è altamente improbabile che escano fuori maggioranze alle urne. Quindi in qualche modo bisognerà cercare di comporre delle coalizioni post-voto senza la garanzia che questo succeda.

D. - Secondo lei è possibile trasporre l’Italicum anche al Senato come vorrebbero i Cinque Stelle?

R. - Mi sembra che questo sarebbe politicamente inopportuno, almeno fino alla sentenza della Corte costituzionale.








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