2016-12-12 09:30:00

Compie 10 anni il Presepe vivente missionario di Villaregia


Compie 10 anni il Presepe vivente missionario della Comunità Missionaria di Villaregia a Roma. Il 18 e il 26 dicembre, e il 6 gennaio del 2017, oltre 150 figuranti animeranno la riserva naturale di Monte Migliore, periferia sud della capitale, che ospiterà il villaggio di Betlemme, con una ventina di capanne, un mulino completamente restaurato, un forno per cuocere il pane e un ampio spazio dedicato al mercato ai tempi di Gesù. Il tema di quest’anno è la Pace, scelto per accogliere i tanti inviti di Papa Francesco a cessare le guerre nel mondo. L’iniziativa ha ricevuto la benedizione di Francesco, mentre l’intero ricavato della manifestazione sarà devoluto a sostegno della missione del Perù, dove la Comunità missionaria di Villaregia opera dal 1986. Clarissa Guerrieri ha intervistato padre Roberto Favaretto, Missionario Comunità di Villaregia:

R. – È il presepe vivente più grande d’Italia ed è l’unico missionario. Non è solo un semplice presepe vivente, la sua specificità è l’essere missionario, perché è legato a un progetto che ogni anno aiuta una missione dove ha sede la Comunità Missionaria di Villaregia. Quest’anno lavoreremo per la missione che abbiamo a Lima.

D. – Unico nel suo genere, da dove è nata l’idea?

R. – Prima di tutto dal fatto di poter vivere insieme, rivivendo l’esperienza del presepe, ricreando questo ambiente in modo tale che l’ambiente stesso potesse aiutarci. Ricordo molto bene una frase di Gandhi che diceva che lui ci invidiava questo Dio, perché aveva avuto il “coraggio, da Creatore, di diventare creatura”.

D. – Il presepe vuole lanciare qualche messaggio specifico oltre a quelli tradizionali, religiosi, già espressi?

R. – Ogni anno, attraverso la recitazione e il canto, cerchiamo di portare un messaggio. Quest’anno abbiamo scelto il tema della pace visti i vari conflitti.

D. – Il presepe ha ricevuto la benedizione di Papa Francesco e ha come scopo proprio quello di lanciare il messaggio della pace...

R. – Noi ci stiamo meravigliando, perché tante persone, quando giungono alla capanna della Sacra Famiglia, si inginocchiano, si fanno il segno della croce.

D. – Il presepe è stato interamente realizzato a misura d’uomo, ma c’è spazio anche per i più piccoli?

R. – Attraverso l’attività, i bambini hanno la possibilità di stare con gli animali di piccola taglia, quindi con gli agnelli e i cuccioli di vari animali. È un’esperienza che coinvolge anche i bambini, che possono interagire con gli stessi artigiani.

D. – C’è un messaggio in particolare che vorrebbe divulgare?

R. – Il Natale è sempre un momento dove riprendere in mano la propria esperienza di Dio. Il mio desiderio, e anche il mio messaggio, è di avere il coraggio di fare queste scelte. Non solo a Natale, ma nel quotidiano, si ha la possibilità di vivere, e di vivere secondo il messaggio di Dio. Allora il Natale può essere un modo per riprendere in mano questa logica di Dio e questo modo di vivere in Dio.








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