2016-12-10 07:00:00

Commento di don Sanfilippo al Vangelo della III Domenica d'Avvento


Nella terza Domenica d’Avvento, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Giovanni il Battista, trovandosi in carcere, manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù se sia lui il Messia. Il Signore risponde:

«Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». 

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Gianvito Sanfilippo, presbitero della diocesi di Roma:

Chi accoglie l’invito dell’Avvento a preparare la strada al Signore che viene, incontra inevitabilmente tentazioni e prove necessarie a forgiare e accrescere la fede. Aumenta il nervosismo in famiglia, appaiono difficoltà impreviste nel lavoro, insorge qualche problema di salute, oppure, debolezze morali inaspettate ci umiliano, non senza alcuni momenti d’ansia e timore. Ed è proprio questa l’occasione di cui il nostro avversario si approfitta per infonderci nell’animo scoraggiamento e dubbi sull’amore di Dio, e facciamo fatica a riconoscere la presenza di Cristo nella quotidianità. È accaduto a Giovanni il Battista che arriva ad interrogare il Signore: “ Sei tu, o dobbiamo aspettarne un altro?”. Ma Gesù prontamente risponde: “Guarda il frutto della tua sofferenza: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, ai poveri è annunciato il Vangelo!”. Ecco cosa avviene attraverso questo combattimento spirituale: riscopriamo che tutto concorre al bene, Dio trasforma i problemi in benedizioni; torniamo a percorrere speditamente le strade della misericordia; siamo purificati dalle nostre mormorazioni lamentose e ritroviamo la forza per annunciare il Vangelo con i fatti e le parole. Fiumi di grazie, infatti, saranno effusi nei nostri cuori inariditi. “E beato colui che non si scandalizza di me”.








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