“La protezione della dignità umana non ha nulla a che vedere con libertà di disporre di se stessi: al contrario, essa precede sempre l’autodeterminazione. L’essere umano non può garantire da sé la propria dignità, è dunque sempre la dignità altrui che occorre proteggere”. È quanto affermano le Chiese svizzere in una dichiarazione congiunta l’odierna Giornata mondiale dei diritti umani.
Una parte dell’umanità può arrogarsi il diritto di decidere della vita
altrui
“In numerosi ambiti, come la migrazione, la mondializzazione e il commercio internazionale,
il cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente, o ancora l’inizio e la fine della
vita, il rispetto dei diritti umani non è una cosa scontata”, sottolineano i leader
cristiani. “Il motivo per cui l’esigenza etica dell’indisponibilità della dignità
umana è generalmente rifiutata è che essa costituisce un ostacolo al progresso scientifico
e tecnico e all’attività economica”. Ma “questo potere discrezionale ha un prezzo
che viene pagato dalle persone che non possono disporre della propria vita perché
non hanno né potere politico, né possibilità economiche”. Ed è così che “una parte
dell’umanità può arrogarsi il diritto di decidere della vita altrui: i sazi decidono
la sorte degli affamati, i potenti quella dei deboli, i vivi quella di chi non è ancora
nato. Forse – si osserva - in un futuro non tanto lontano anche le persone anziane
dovranno giustificare la loro pretesa di vivere nella nostra società godendo dello
stesso rispetto e degli stessi diritti di chi conduce una vita produttiva”.
La dignità umana non si costruisce
Per questo, secondo le Chiese cristiane elvetiche, occorre rivedere radicalmente questa
visione: “La disponibilità della dignità umana eretta a dogma nega a quest’ultima
il posto che le spetta nel mondo, perché la dignità pertiene proprio a ciò che deve
sempre restare fuori dalla portata dell’uomo. Essa non si costruisce: non può che
essere riconosciuta come tale”, conclude il messaggio. (A cura di Lisa Zengarini)
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