2016-12-12 16:55:00

Messaggio Pace, Valpiana: nonviolenza è metodo politico


“Commentiamo in modo assolutamente positivo la scelta di Papa Francesco di dedicare al tema della nonviolenza il messaggio per la 50ma Giornata mondiale della pace. Il Pontefice fa riferimento alla nonviolenza specifica, attiva, gandhiana. Tra l’altro, e non è solo un’osservazione stilistica, finalmente in un documento ufficiale leggiamo il termine ‘nonviolenza’ come una parola unica, così come voleva il fondatore del nostro movimento, Aldo Capitini”. A parlare così è Mao Valpiana, presidente del Movimento nonviolento italiano, nel giorno della pubblicazione del messaggio papale per la giornata del 1° gennaio 2017 dedicato al tema ‘La nonviolenza: stile di una politica per la pace’. “Scrivendo nonviolenza come una parola unica – spiega Valpiana - si fa capire che è una proposta positiva, costruttiva, che Gandhi infatti chiamava ‘satyagraha’, cioè ‘forza della verità’. Ed è assolutamente positivo che il Papa nel documento si riferisca anche alle origini storiche della nonviolenza politica: Gandhi, Luther King, e anche giustamente Abdul Khan, il cosiddetto ‘Gandhi’ musulmano che aveva organizzato un esercito di volontari della nonviolenza, un vero e proprio esercito per la pace costituito da diecimila e più persone”.

Un invito a rivedere le politiche militari

“Come ricorda Francesco, infatti, la nonviolenza è uno stile di vita, un’arte del vivere, che deve permeare tutta la nostra vita. Non a caso il Papa, nelle prime righe del Messaggio, si rivolge anche ai bambini e alle bambine e ricorda che la nonviolenza nasce dal cuore dell’uomo, si sviluppa nella famiglia e deve giungere fino alla politica internazionale”. “E’ questa la grandissima novità di questo documento”, spiega Valpiana. “La nonviolenza non più intesa come una via individuale di salvezza. Ma uno stile indicato come metodo politico di azione fra gli Stati. E questo significa rivedere tutte le politiche militari di quest’ultimo secolo che ci stanno portando drammaticamente alla Terza guerra mondiale a pezzi”. “E’ dunque un documento che, se preso sul serio, deve interpellare tutti perché contiene indicazioni pratiche di una novità rivoluzionaria che portano alla disobbedienza civile, all’obiezione di coscienza e al disarmo unilaterale, allo smantellamento della difesa armata per organizzare una difesa civile nonviolenta”.








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