2016-12-12 19:10:00

Nasce il governo Gentiloni


Paolo Gentiloni è salito nel tardo pomeriggio al Quirinale e ha sciolto la riserva presentando la lista dei ministri del suo governo. Alle 20 il giuramento del nuovo Esecutivo. Domani il passaggio di consegne con Renzi e la presentazione in Parlamento a partire dalla Camera. Servizio di Giampiero Guadagni:

Il nuovo governo nasce con la stessa maggioranza di quello precedente perché, come ha spiegato Gentiloni l'opposizione si è resa indisponibile ad una larga coalizione.  Resta fuori l'Ala di verdini che senza rappresentanza non voterà la fiducia. Così però i numeri del nuovo governo sono a rischio al Senato.

Tra le novità nella lista dei ministri: Alfano dall'Interno agli Esteri. Al Viminale va Minniti. Torna un dicastero per il Sud affidato a De Vincenti. Maria Elena Boschi diventa sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Questo dunque l’esito del giro di consultazioni di Gentiloni iniziato ieri e chiuso con la delegazione del Pd. Dalla direzione dem era arrivato in precedenza il via libera unanime al nuovo esecutivo. Ma la minoranza chiede discontinuità rispetto al governo Renzi e annuncia che valuterà le singole misure in base alla capacità di ascolto delle esigenze del Paese. Il segretario Renzi da parte sua ha indicato per il Pd l'orizzonte del congresso a primavera in vista, ha spiegato, dell'imminente appuntamento con le elezioni politiche. Elezioni che vogliono in tempi brevissimi le opposizioni. In particolare Movimento 5 Stelle e Lega che non hanno partecipato alle consultazioni di Gentiloni. Salvini fa sapere che la Lega non parteciperà ai voti di fiducia. Mentre Grillo annuncia che il 24 gennaio, data dell'udienza della Consulta sull'Italicum), i 5 Stelle scenderanno in piazza.

 

Che governo sarà quello guidato dal premier incaricato Gentiloni? un esecutivo che miri esclusivamente alla riforma della legge elettorale o che, piuttosto, affronti tutti i dossier lasciati aperti dall’uscente Matteo Renzi? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto a Raffaele De Mucci, docente di politica comparata alla Luiss Guido Carli di Roma:

R. – Non mi sembra che le ambizioni e i programmi di Gentiloni si limitino a un governo-ponte o comunque a un governo a scopo, come si dice tecnicamente. Mi pare, anzi, da quello che filtra dai colloqui che ha avuto con i rappresentanti delle forze politiche disponibili a sentirlo, alle consultazioni, che sia emersa la volontà, che poi è anche la volontà del presidente della Repubblica, di portare avanti un governo per quanto possibile lungo. Quindi, non credo che si fermi, per esempio, alla definizione della legge elettorale o di pochi altri compiti che ancora rimangono da svolgere.

D. – Quali sono le cose più spinose che sono state lasciate sul tavolo del capo del governo incaricato dall’uscente Renzi?

R. – Sicuramente, la più spinosa di tutte è la questione della legge elettorale, e credo che il presidente incaricato dovrà farsene carico, anche se non dipende solo da lui ma dalla volontà, assai improbabile, di mettersi insieme da parte di tutte le forze politiche, per immaginarsi un nuovo regolamento delle elezioni. Questo direi che è il compito più spinoso e più importante. Poi ci sono gli appuntamenti di politica estera che conosciamo e che credo potrà portare avanti, anche se non in linea di perfetta continuità con il governo precedente – cioè con lo stesso stile dirompente che ha avuto Renzi nei confronti dei partner europei, nelle prossime riunioni previste nella settimana successiva alla prossima. La terza questione importante credo che rimanga quella delle banche. Il Monte dei Paschi, per esempio: la nazionalizzazione presunta del Monte dei Paschi rimane una delle eredità più pesanti lasciate dal governo Renzi sulla strada dei suoi successori.

D. – La figura del premier dimissionario, Matteo Renzi, a suo giudizio dove si collocherà?

R. – Se questo vuol dire “quali sono i rapporti tra Renzi e Gentiloni”, credo che non siano così stretti da poter considerare Gentiloni uno del giglio magico, come si usava scherzosamente riferirsi prima ai personaggi che erano più vicini all’influenza di Renzi. Quindi, credo che riuscirà a dimostrare una certa autonomia rispetto a Renzi. Però, ovviamente, l’eredità è ingombrante, cioè il peso del governo precedente si dilungherà come un’ombra permanente per tutti i giorni a seguire. Credo che l’influenza di Renzi ci sarà, anche se intravedo delle linee di discontinuità con il precedente governo.








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