2016-12-14 20:27:00

"Francesco e le donne": scritto da Enzo Romeo per le Paoline


Un libro per presentare le figure femminili che hanno inciso sulla personalità di Papa Francesco e hanno influenzato le sue aperture sul ruolo della donna nella Chiesa.  Si intitola “Francesco e le donne”, è edito dalle edizioni Paoline ed è stato scritto da Enzo Romeo, vaticanista del TG2.  Dalla lettura emerge il pensiero del Papa sull’apporto  “femminile” alla vita della Chiesa e della società. Fabio Colagrande ha intervistato l’autore:

R. – Lui spesso insiste su questa sensibilità al femminile, che è indispensabile proprio anche nella pastorale della Chiesa, per approcciarsi nella maniera giusta, con la giusta dolcezza, ed avendo attenzione materna a tutti. Forse, anche questa scelta della misericordia ha molto di femminile: lui – lo ha detto anche a noi giornalisti più di una volta – prima di prendere decisioni importanti, vuole sempre sentire il parere di una donna. Adesso non sappiamo se abbia sentito qualcuno prima di indire il Giubileo, ma effettivamente un’impronta possiamo vederla.

D. – Nel tuo libro dai molta importanza alle donne, che sono state fondamentali nella biografia di Jorge Mario Bergoglio…

R. – Il retroterra argentino di Bergoglio è fondamentale per comprendere poi il suo pontificato. Questi incontri, questa presenza decisiva, oltre che continua, di donne al suo fianco, hanno fatto sì che oggi lui affronti, in maniera mi pare anche coraggiosa, il problema del ruolo delle donne nella Chiesa.

D. – Diciamo proprio che un ruolo formativo hanno avuto alcune donne nella vita di Bergoglio…

R. – Assolutamente sì. A cominciare appunto dalla nonna, che è stata colei che forse più delle altre ha trasmesso la fede al nipote, con il suo esempio: ricordiamo che il Papa tiene nel breviario un foglietto in cui c’è il testamento spirituale della nonna. Ogni tanto lo legge come una preghiera, dove la nonna ricorda che bisogna affidarsi a questo Dio misericordioso, che è morto sulla Croce, per avere un po’ di balsamo sulle ferite che poi la vita prima o poi sempre presenta. E via dicendo: sia le figure familiari sia figure laiche; perché sappiamo quanto Jorge Bergoglio abbia anche alimentato la sua umanità, oltreché la sua fede, con incontri di persone, al limite anche non credenti, o che comunque erano ai margini della Chiesa. A volte anche persone anonime: c’è per esempio questa suorina che lui ha incontrato a Bangui – appunto in Centrafrica – questa suora si avvicinò, dopo tante ore di attesa, per poter salutare il Papa; ebbe modo di scambiare con lui qualche parola e il Papa le chiese: “Ma lei da dove viene?”. Lei rispose: “Ho fatto tanti chilometri…” – era partita da un altro Paese africano, e in maniera fortunosa, con dei tratti addirittura compiuti in canoa, era riuscita ad arrivare fin lì. Il Papa le chiese cosa facesse e lei gli rispose: “Sono più di 40 anni che sono in Africa; faccio l’infermiera, ho imparato a fare l’ostetrica, e ho fatto nascere centinaia e centinaia di bambini” e con lei c’era una bambina che chiamava l’anziana suora “mamma”. E il Papa ha preso ad esempio questa suora senza nome per dire: “Ecco, guardate cosa possono fare le donne, che coraggio possono avere, anche all’interno della Chiesa”.








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