2016-12-14 15:14:00

Papa, con Lettera Giubileo rimette al centro la Parola


“Con la lettera apostolica Misericordia et misera il Papa ha chiuso il Giubileo ma ha aperto un tempo indeterminato, il ‘sempre’, in cui dobbiamo celebrare la misericordia. In questa prospettiva, ci invita a guardare ciò che il Signore ha fatto per noi e ad andare avanti verso una conversione pastorale”. A ricordarlo è Rosanna Virgili, biblista, docente di esegesi biblica presso l’Istituto teologico marchigiano.

La Parola si 'spezza' nella Liturgia

“Francesco ci chiama dunque a un impegno ben preciso che coinvolge la liturgia, tutta la vita sacramentale ma anche la celebrazione domenicale”, spiega la Virgili. “E in questo contesto, il Papa, al n°6 del documento, ci ricorda che la liturgia della Parola richiede un’attenzione non meno importante di quella eucaristica. Francesco sottolinea che in entrambi questi momenti il Signore s’intrattiene con noi, attraverso un dialogo costante che diventa banchetto nell’Eucaristia, ma diventa momento di ascolto, dialogo e testimonianza nella liturgia della Parola”.

Vivere per testimoniare

“Non a caso, nel testo c’è un invito pressante a curare l’omelia in una prospettiva duplice: la preparazione biblica, ma anche la testimonianza. Ascoltare la Parola – spiega il Papa – significa testimoniarla. Ed è questa una chiave di lettura di tutta la sua lettera”, aggiunge la prof.ssa Virgili.  “Per testimoniare la Parola, e cioè l’annuncio costante della misericordia, bisogna averne fruito. E dunque per preparare una buona omelia bisogna celebrare la misericordia nella propria vita, prima di tutto”.

Parola, come momento di dialogo

“Sono entusiasta della proposta di Papa Francesco, contenuta nella Misericordia et Misera, di dedicare una domenica dell’Anno Liturgico interamente alla Parola di Dio”, aggiunge Gregorio Vivaldelli, biblista. “Ancora una volta il Pontefice riesce a stare al ritmo della storia. Con questo richiamo ci ricorda che la Parola è quel cibo per lottatori che la provvidenza ci ha donato. E sottolinea come sia necessario che il Popolo di Dio torni a questa sorgente privilegiata per scoprire la ricchezza della misericordia di Dio, che è appunto la sua Parola”. “Il Papa – ricorda Vivaldelli – ci spinge a vivere la liturgia della Parola come un momento di dialogo, di relazione profonda. Dobbiamo cogliere il metodo educativo di Dio che passa attraverso la sua Parola, Parola che richiede un ascolto attento”.

L'intelligenza delle donne, 'libere e felici'

Notevole – aggiunge Rosanna Virgili – l’idea del Papa di aprire la Lettera con le figure evangeliche dell’adultera e della peccatrice che lava e profuma i piedi di Gesù. Sono l’esempio dell’intelligenza del partner di Dio: cioè di colui che sa accogliere il messaggio di Cristo. E in questo le donne si dimostrano davvero esemplari. E’ l’intelligenza di chi sa capire che ha bisogno di amore, di perdono, di misericordia, per vivere. Questa esemplarità delle donne è evidente nel Vangelo ma anche nell’Antico Testamento, dove Israele è la figura femminile, umana, che vive nella misericordia il rapporto con l’altro che è Dio. Non dimentichiamo che la peccatrice descritta da Luca è una donna che ama per prima, è c’è una vera reciprocità nel suo rapporto con Gesù. E’ proprio quel dialogo costante tra l’uomo e Dio che è il cuore della Rivelazione”. “Queste figure femminili del Vangelo, lette purtroppo dalla tradizione come peccatrici e colpevoli, vengono raccontate da Francesco, al n°3 della Misericordia et Misera, come ‘libere e felici’ e quindi sollevate da questa macchia di colpevolezza e rese regine dal bacio della misericordia del Signore”.








All the contents on this site are copyrighted ©.