2016-12-14 09:25:00

Carceri Siena-S.Gimignano: mostra di pittura tra sogno e libertà


Fino al 18 dicembre i detenuti delle carceri di Siena e San Gimignano diventeranno artisti grazie alla mostra di pittura “Ricordo, sogno e liberta”. 40 dipinti realizzati dai detenuti, insieme alle associazioni di volontariato durante tutto l’anno, all’interno delle case circondariali. Fa parte del festival “Siena città aperta”, un festival nato proprio per abbattere barriere e pregiudizi. Sergio La Montagna, direttore della casa circondariale Santo Spirito di Siena, al microfono di Maria Cristina Montagnaro spiega l’iniziativa:

R. – Attraverso questi quadri, i detenuti intendono, in qualche modo, esprimere i propri sentimenti e soprattutto proporsi, affermarsi, creare una forma di comunicazione con l’esterno, con la società.

D. – Chi ha preso parte all’iniziativa?

R. – I detenuti che partecipano al laboratorio di pittura e ceramica, che è gestito dai volontari della Croce Rossa Italiana-Sezione di Siena.

D. – Com’è il mondo attraverso le sbarre?

R. – E’ sicuramente un mondo fatto di disagio e di sofferenza, ma anche di tanta umanità, di sentimenti che poche volte escono alla scoperto. Iniziative come questa – e come altre che si svolgono all’interno della casa circondariale – servono proprio a far conoscere alla realtà esterna una dimensione che è a più sconosciuta. Questa mostra, che sarà in esposizione fino al 18 dicembre, è il frutto del lavoro quotidiano e costante che viene condotto dai volontari della Croce Rossa Italiana. L’art. 27 della Costituzione afferma che le pene debbono tendere alla rieducazione: un compito, questo, che non è soltanto appannaggio degli operatori penitenziari, ma anche della comunità e della collettività intesa in senso lato, che deve partecipare a questa opera di rieducazione. In realtà il concetto di rieducazione si sposa con quello di socializzazione. E’ impensabile credere che lo Stato, che dà un precetto – quello, appunto, della rieducazione – poi si disinteressi dei destinatari di questo precetto, nel caso dei detenuti. E’ invece naturale pensare che ci sia una collaborazione da parte di tutti, perché l’obiettivo venga perseguito nel migliore dei modi. In questo senso a Siena siamo riusciti a fare rete – come si suole dire – e quindi a riuscire a stabilire un rapporto di intensa collaborazione con le istituzioni, con l’associazionismo, con gli enti privati e pubblici, ma anche con volontari privati e singoli cittadini che collaborano intensamente per la realizzazione di tutte le attività aventi finalità rieducative.

D. – Come hanno reagito i detenuti, che sono diventati per una settimana artisti?

R. – Non sono diventati artisti per una settimana: in realtà lo sono tutto l’anno, perché il laboratorio di pittura e ceramica è attivo nell’arco di tutto l’anno...

D. – C’è anche uno spettacolo teatrale dal titolo “Ho sognato un mondo nuovo”. Di cosa si tratta?

R. – Questo spettacolo, come tutti gli spettacoli teatrali, è realizzato dagli stessi detenuti che interpretano un testo da loro stessi scritto: quindi non si muovono su un copione già scritto, ma in questo caso – così come nei precedenti casi – raccontano se stessi. Anche nel caso del laboratorio teatrale, questa iniziativa non ha carattere estemporaneo, ma è frutto di un lavoro che va avanti da anni e che anche in passato ha prodotto regolarmente degli spettacoli, sempre aperti al pubblico. 








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