2016-12-14 08:04:00

Siria: Onu denuncia gravissima crisi umanitaria ad Aleppo Est


Emergenza umanitaria in Siria, ad Aleppo Est, tornata sotto il potere del governo di Assad. Un’intesa sul campo, confermata dalla Russia, dovrebbe permettere l’evacuazione dei civili e dei ribelli già in queste ore. L’Onu, preoccupata per le atrocità di cui giunge notizia, chiede l’accesso immediato di osservatori. Il servizio di Eugenio Murrali:   

Almeno 82 civili uccisi, cadaveri in fiamme per le strade, donne e bambini rastrellati in quattro quartieri della città, intere famiglie sparite. Forte la condanna del Segretario Generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che punta il dito contro i responsabili delle violenze. Alla sua voce si uniscono quelle di molti altri Paesi, tra cui la Francia che invita ad abbandonare ogni logica di vendetta, e della Croce Rossa che parla di “ultima possibilità per salvare vite umane”. Ieri, la Russia aveva riferito l’avvenuto esodo di 8000 civili, la metà bambini, dalle zone assediate e poi ha annunciato la fine delle ostilità . La Russia ha poi rassicurato sul raggiungimento di un accordo che già dalle quattro di questa mattina avrebbe dovuto prevedere l’evacuazione dei ribelli e dei civili rimasti intrappolati nella città. Ma gli Stati Uniti, tramite il portavoce del dipartimento di Stato John Kirby, hanno fatto sapere che stanno vigilando e non confermano ancora la fine delle ostilità dichiarata da Russi e Turchi. L'opposizione siriana accusa il regime di Damasco di provocare ritardi nell'avvio dell'evacuazione dei ribelli e delle loro famiglie da Aleppo est. Il regime vorrebbe che i combattenti partissero, lasciate le loro armi, per andare a Idlib.

L’arcivescovo maronita di Aleppo, mons. Joseph Tobji, parla di una speranza di pace che non abbandona la popolazione. L’intervista è di Giada Aquilino:

  

R. – Abbiamo sofferto per cinque anni tutte le conseguenze degli atti terroristici e adesso la gente – già da ieri notte – sta manifestando nelle piazze perché finalmente speriamo in un po’ di pace. La guerra non piace a nessuno. Però, finalmente, Aleppo non è più Est o Ovest, è una città unificata.

D. – Dalle zone ancora in mano ai ribelli sono state evacuate migliaia di persone, civili. Ci sono notizie, al riguardo? Dov’è questa gente?

R. – Il governo ha preparato già da quattro mesi dei luoghi di rifugio nei quali possano arrivare anche gli aiuti umanitari. Però, credo che ciò non sia sufficiente, perché non si prevedeva questa massa di gente. C’è anche da dire che alcuni di quelli che sono usciti da Aleppo Est, con l’entrata dell’esercito sono tornati a casa.

D. – Papa Francesco, in una lettera, si è rivolto al Presidente Bashar al Assad chiedendo la fine delle violenze e una soluzione pacifica delle ostilità. Che eco hanno avuto le parole del Papa?

R. – Hanno dato questa notizia su tutte le reti nazionali, tv e radio. Il Papa mai dimentica la Siria e questa volta ha scelto una lettera personale. Noi apprezziamo molto questo gesto e speriamo che si dia ascolto all’appello del Papa, a tutti i suoi appelli. La guerra è sempre una cosa diabolica, con danni non solo materiali, ma di sangue.

D. – Si avvicina il Natale: come la comunità cristiana di Aleppo si prepara, tra tante difficoltà?

R. – Quest’anno diversamente, con un po’ più di speranza. Noi maroniti, che non abbiamo più chiese perché sono state distrutte, celebreremo il Natale dentro la nostra cattedrale di Sant’Elia, che è semidistrutta; lo faremo sulle macerie, per dire che la speranza non muore, che la vita sorge dalla morte, che l’Emmanuele, Dio con noi, sta ancora con noi e non ci lascia.

D. – Qual è allora il messaggio di Natale dei cristiani di Aleppo ai cristiani del mondo?

R. – Pregate per noi. Voi avete dei fratelli, avete un polmone - come Corpo di Cristo - che è in Oriente e questo polmone si è infiammato: bisogna curarlo, sia con le preghiere sia con le azioni di carità.








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